Il mondo dell’automotive sta cambiando in modo sostanziale e così anche i metodi produttivi. L’intuizione Toyota è rivoluzionaria.
Come ben sappiamo il mercato dell’auto sta vivendo un periodo di profonde modifiche. La necessità di abbattere le emissioni nocive ha portato ad un aumento delle vetture elettriche e ibride, tanto che alcuni marchi hanno bloccato la produzione delle auto a motore endotermico per dedicarsi esclusivamente a quelle sostenibili. A ciò vanno aggiunti gli studi per l’idrogeno, che sebbene non abbiano ancora sfondato stanno proseguendo.
In mezzo a questo processo evolutivo della motorizzazione, è chiaro che anche le metodologie produttive non possono e non potranno restare le stesse a lungo. In quest’ottica dall’Asia arriva un’invenzione che potrebbe rivelarsi un vero e proprio spartiacque. Di cosa si tratta? Adesso lo vedremo.
La ragione che sta portando i brand a cercare di intervenire sui processi sono gli elevati costi di fabbricazione di veicoli sempre più complessi e sofisticati. Da questo punto di vista in prima linea è stata Tesla che, ha annunciato di avere come obiettivo il taglio del 50% delle spese, e adesso si è unita a questo target pure Toyota, che ha studiato un vero e proprio piano a riguardo. Tutto merito dell’industria robotica.
Nella fattispecie il colosso giapponese ha reso noto che le sue automobili del futuro avranno un pianale tripartito. Ogni sezione sarà distinta e indipendente e si aggancerà all’altra seguendo in autonomia un binario lungo la linea di assemblaggio. In questa maniera si crede che oltre a dimezzarsi i tempi, anche gli investimenti necessari saranno minori.
Dunque, non ci vuole molto a capire che si andrà verso ad una meccanizzazione del lavoro, rendendo superflua la presenza del personale in azienda, o almeno nei numeri attuali.
Gli EV usufruiranno di “gemelli digitali”, strumenti che replicano in toto il mondo reale, con in più la possibilità di reagire in maniera più immediata alle esigenze dell’automotive.
La struttura modulare è stata presentata nello stabilimento di Motomachi e ha sicuramente segnato un momento storico. Ma veniamo nel dettaglio al suo funzionamento. La base del mezzo sarà divisa in parte anteriore, centrale e posteriore e gli operai non saranno più chiamati a salirci per rendere possibile la fase di connessione.
Una volta che le tre sezioni sono unite, il pianale proseguirà in modalità self-driving versi i punti successi. Tra le innovazioni anche il montaggio dei sedili prima del fissaggio del tetto e dei pannelli laterali, così da rendere più semplice la procedura, con un occhio anche all’efficienza.
Ad alimentare questa tecnologia, i sensori sviluppati dal costruttore nipponico per le macchine a guida autonoma. L’Autonomous Mobile Robot è stato infatti già provato con buoni risultati nelle fasi di saldatura dei modelli Noah e Voxy. L’intenzione è anche quella di risolvere internamente tutti gli step produttivi e di sviluppo, adoperando ogni dispositivo all’avanguardia in grado di semplificare e automatizzare le diverse operazioni, così da agevolare la flessibilità.
Il car market teutonico è andato in crisi a causa di un massiccio investimento sulla…
La massima categoria del Motorsport dovrà sempre rappresentare il massimo della tecnologia applicata su un…
Quello dei richiami è un tema che continua a tenere banco e che mette in…
Oggi vi parleremo di quello che è considerato il miglior SUV del 2024, un gioiellino…
Elon Musk ha un impero di società all’avanguardia e sceglie i dipendenti in base a…
Le industrie dell’Automotive oggi sono piombate in una pazzesca. Nessuno è al riparo da un…