Un’icona della storia dell’automobilismo compie gli anni ma continua ad incantare gli appassionati di motori: ve la ricordate?
A causa di grande commercializzazione o/ e grazie a opere cinematografiche di successo alcuni modelli di auto diventano iconici e si imprimono nella memoria collettiva. Tra questi c’è certamente lui: un pezzo di storia compie gli anni, ve lo ricordate? Ecco di che vettura si tratta e la sua storia..
Sono passati settantacinque anni dalla presentazione di un modello iconico della storia dell’automobilismo. Capace di coniugare un design particolare, meccanica semplice e costo contenuto, l’auto conquistò diversi appassionati di motori. Ma cosa si nasconde dietro il suo successo e dietro la sua fama?
L’auto in questione nasce nel 1936 da un’idea di Pierre-Jules Boulanger, il direttore generale della Citroen. L’obiettivo, dichiarato da leader, era di progettare un’auto che potesse soddisfare le esigenze dei contadini: capace, dunque, di trasportare “le patate a una velocità di sessanta km/h con un consumo di tre litri per 100 km”.
Ad occuparsi del progetto, lanciato dal direttore generale, furono: Lefebvre, Sainturat, Forceau e Muratet. Il nome scelto per indicare l’auto durante la fase di realizzazione fu TPV, Toute Petite Voiture. Messa alla prova su un campo arato con un paniere di uova, il test diede esito più che positivo.
Tuttavia, la guerra fermò tutto. L’occupazione della Francia portò allo smantellamento di gran parte dei prototipi per paura che potessero essere usurpati dai nazisti. Dal 1945 al 1948 la Citroen tornò sul progetto affidando il design a Flaminio Bertoni, che lo rese più raffinato, e la motorizzazione a Walter Becchia, che ideò un bicilindrico da 375 centimetri cubici raffreddato ad aria ed in grado di sopportare temperature fino a -5 gradi e convinse Boulanger ad adottare un cambio a quattro marce.
Il 6 ottobre del 1948 fu ufficialmente presenta al Salone di Parigi con una nuova denominazione: Deux Chevaux, 2CV. La stampa, forse complice la decisione di Boulanger di non informare i giornalisti della presenza di tre esemplari del nuovo modello, non accolse con entusiasmo la nuova vettura di casa Citroen. L’auto fu criticata anche in Italia e si narra che persino De Gaulle ne fu disgustato.
Ciononostante, la 2CV conquistò i cuori di molti appassionati di motori spingendo la casa automobilistica francese ad allargare la gamma. Diverse migliorie furono apportate fino al 1960, quando si decise di dare un nuovo design alla vettura. Inoltre, nel corso degli anni Sessanta fu aumentata anche la potenza dell’auto che sali fino a 18 CV e vennero aggiunte le cinture di sicurezza.
Visto il successo riscontrato nel Nord Africa, in gran parte ancora sotto controllo francese, la casa automobilistica lanciò sul mercato 2CV Sahara, una vettura in grado di affrontare il deserto. Tuttavia, la perdita del Marocco e del Algeria e il “boicottaggio” della popolazione locale dei modelli francesi pose fine alle speranze di sviluppi futuri. Negli anni Settanta continuarono a fiorire modelli collegati alla linea 2CV, ad esempio la 2CV Special e la 2CV 6 Club, destinate a rimanere sul mercato fino a fine produzione.
Negli anni Ottanta fu introdotta la Charleston, pensata come serie speciale entrò regolarmente nel listino e diventò la più venduta della casa automobilistica. Sebbene la produzione della 2CV si sia chiusa ufficialmente nel 1990, la vettura è rimasta nel cuore degli appassionati grazie a film, videoclip, cartoni e videogame. Da Lupin III a James Bond passando per il videoclip di Broken di Elisa, la 2CV è stata consacrata a pieno diritto un pezzo di storia dell’automobilismo.
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