Di aziende italiane di straordinario valore ne esistono davvero moltissime. Una sembra chiamata a chiudere i battenti.
Il mondo dell’automobilismo ha indiscutibilmente tantissime aziende di valore fra le sue file. In Europa e Stati Uniti soprattutto, ma anche in altri luoghi del mondo come Giappone e Cina. L’Italia, fra i tanti brand, è una delle Nazioni che può andare maggiormente orgogliosa dei marchi nati e rimasti dalle nostre parti.
Pensiamo a Ferrari e Lamborghini, ma anche Fiat, Maserati, Lancia e non solo. Ce n’è anche un altro, che però purtroppo sembra giungere ad un finale dall’epilogo amaro.
La news di cui vi stiamo parlando non fa e non può davvero far sorridere nessuno. Del resto, certe notizie non possono davvero fare a meno di colpire e affondare gli appassionati di tutto il mondo. La notizia peggiore riguarda sicuramente i tanti dipendenti che dovranno adesso cercare un altro lavoro. Detto questo, scopriamo cos’è successo.
E’ una delle aziende più importanti, ma che succede? I dettagli
L’impianto di Crevalcore, in quel di Bologna, della Marelli va verso la chiusura. Sono circa 230 i posti di lavoro a rischio a causa di questa netta decisione. Le attività dello stabilimento dovrebbero terminare all’inizio del prossimo anno, con una parte della produzione che sarà spostata nella fabbrica di Bari. Il motivo principale che ha portato a questa decisione starebbe nel risultato negativo dell’anno attualmente corrente. Parliamo di una perdita di circa sei milioni di euro dipesa prevalentemente dall’aumento del costo dell’energia. La scelta di chiudere l’impianto è derivata poi dalla dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico.
Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è attualmente al 45%, ma la società si aspetta che cali fino al 20% entro il 2027. All’interno dello stabilimento di Crevalcore si producono collettori di aspirazione e pressofusi di alluminio per motori endotermici. Questo impianto paga e pagherà a caro prezzo il processo di transizione elettrica; quest’ultimo vedrà sempre più calare le richieste di componenti per i motori endotermici e la mancanza di una politica di riconversione.
La notizia della chiusura dell’impianto ha scatenato una vera e propria bufera con i sindacati. Quest’ultimi hanno definito inaccettabile tale decisione da parte di Marelli. Accusano anche la società di non aver previsto alcun investimento per la transizione dell’elettrico. Dal canto suo, comunque, Marelli ha iniziato un dialogo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni, con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione possibile per tale situazione. Ha inoltre ribadito che l’Italia rimane centrale nella sua strategia commerciale e di sviluppo, essendo centro di rilievo per ingegneria, ricerca e sviluppo. E, chiaramente, un importante polo produttivo.