Era fatale prima o poi che arrivasse la prova del nove. Le automobili cinesi potrebbero davvero essere bandite dall’Europa o almeno, gran parte di queste. Ecco per quale ragione.
Quando una cosa è troppo bella per essere vera, di solito non lo è o dura pochissimo. Il caso di oggi riguarda le automobili cinesi spesso elettriche che hanno prezzi molto abbordabili. Forse troppo per un mercato severo come quello europeo dove i marchi stanno alzando progressivamente i prezzi, anche perché le auto al giorno d’oggi devono montare ogni tipo di accessorio.
Sono molti i motivi per cui il basso prezzo delle automobili cinesi – prodotte da case che includono ma non si limitano a brand come BYD, Ora, Geely, Great Wall e Chery – è così basso anche dopo le spese per importare certi modelli in Europa. Molte utilitarie elettriche riescono a stare abbondantemente sotto i 9mila Euro, per dirne una, ma l’Unione Europea ha qualche sospetto sul modo in cui queste vetture vengono prodotte.
La ragione per cui il parlamento europeo ha deciso di avviare un’indagine sulle automobili cinesi è prettamente politica ed economica ma sospettiamo che possa esserci anche un motivo molto più urgente per questa improvvisa ostilità verso le vetture cinesi: “L’Europa non ha dimenticato pratiche commerciali sleali cinesi che hanno danneggiato la concorrenza. Dobbiamo annullare totalmente questo rischio”, afferma senza mezzi termini il Presidente Ursula Von Der Leyen.
Incentivi e sicurezza
La prima e più evidente ragione per cui le automobili cinesi saranno ampiamente osservate e testate così come le aziende che le stanno importando in Europa è di tipo economico: infatti, in Cina si creano condizioni molto particolari per cui un’azienda può vendere auto ad un prezzo così stracciato e fatturare comunque. Come spiega la Von Der Leyen in persona “Il sistema di incentivi statali in Cina crea condizioni impossibili da imitare da un marchio occidentale”.
Il secondo motivo lo supponiamo noi basandoci su un evento avvenuto una decina di anni fa quando il marchio cinese Geely che tra l’altro possiede azioni di Polestar, Volvo, Proton e Lotus, fu indagato perché alcuni suoi modelli avevano letteralmente fallito i famosi Crash Test totalizzando addirittura zero stelle su cinque. Brand come Ora ed MG hanno rating di sicurezza eccellenti, in patria. Ma cosa dire degli altri?
Problemi economici e di sicurezza, del resto se un’automobile costa così poco da qualche parte i brand avranno pur risparmiato. Staremo a vedere quali saranno queste indagini ed approfondimenti messi in atto dall’Unione Europea e quali marchi cinesi saranno in grado di vendere in Europa dopo tali interventi.