Il weekend di Jeddah è stato un incubo per molti tifosi delle Rosse, ma la Ferrari è ripartita dall’Arabia Saudita con un punto a suo favore
Sono bastate due gare ed è già tempo di processi in casa Ferrari. Perché un inizio così da incubo non se l’aspettava nessuno, nemmeno i diretti rivali per quel ruolo di prima inseguitrice della Red Bull che in Formula 1 sembrava spettare di diritto a Maranello.
Invece in Bahrain aveva funzionato poco, anche se Charles Leclerc nelle Qualifiche aveva almeno illuso di poter rovinare la festa a Verstappen a Perez. A Jeddah però è andata pure peggio perché Sainz non è mai stato in lotta per la pole, lui che era l’unico a poterci provare. E in gara lo spagnolo è rimasto anonimo, mentre il monegasco ha fermato la sua rimonta sul più bello, complice anche la safety car.
Ora cominciano le prime domande, ma non ci sono le risposte. La SF-23 non ha mostrato nessun problema chiaro di aerodinamica e la sua velocità di punta è in grado di rivaleggiare con gli avversari. Tutto questo però non si traduce con le prestazioni in pista, soprattutto in gara perché la domenica si sta trasformando in un disastro.
F1, la Ferrari zittisce le critiche: un primato che non si vedeva da tempo
La nuova Ferrari va in crisi quando monta gli pneumatici duri, quelli che nelle Qualifiche non monta mai ma ora si stanno rivelando nemici. Non riesce a mandarli a temperatura e gli altroi scappano inesorabilmente.
Eppure i dati che in inverno erano arrivati dal simulatore, in genere affidabile, promettevano risultato molto diversi. In fondo la SF-75 dello scorso anno era un buon progetto, ma è stato accantonato quando forse bastava solo modificarlo.
Un dato positivo dalla trasferta in Arabia però c’è. La ferrai è tornata a comandare almeno in un settore specifico, quello della velocità nei pit-stop. Lo ha dimostrato soprattutto con Charles Leclerc che ha dovuto aspettare solo 2”1 per ripartire con le gomme nuove. Ed era già successo in Bahrain, quella volta con un 2”2 sempre con Leclerc.
The fastest pit stops for two consecutive weekends. Grande lavoro, team! 💪 pic.twitter.com/1q7KiErpXf
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) March 20, 2023
Dopo un paio di anni bui anche da quel punto di vista, con errori evidenti sia al muretto che con i meccanici, il Cavallino rialza l atesta e da qui deve ripartire. Lo ha sottolineato anche con un tweet, accolto però con freddezza da parte dei tifosi, perché essere più velici nel cambio gomme non porta punti.
Vasseur comincia i processi, nemmeno lui si aspettava in inizio di stagione così
“Non era quello che ci aspettavamo”. E nemmeno quello che Frédéric Vasseur immaginava raccogliendo il testimone da Mattia Binotto. Perché quella che almeno per metà della scorsa stagione era stata una squadra in grado di far tremare la Red Bull, adesso è la quarta forza del Mondiale di Formula 1 e la gara di Jeddah lo ha detto chiaramente.
Quasi inutile che Leclerc, ancora più di Sainz, ottenga il massimo dalle Qualifiche del sabato se poi la gara si trasforma in una processione lenta che porta a finire lontanissimo dai primi. Tutti sanno che il passo in corsa con le mescole dure è la vera dimostrazione per capire se un progetto funziona o meno.
E quello della Ferrari in Arabia Saudita è stato lontanissimo da un rendimento accettabile.
Ecco perché le prossime gare diranno se questo è un progetto perdente oppure a Maranello sapranno tirare fuori qualcosa di magico dalla SF-23.
Intanto il team principal fa autocritica: “Con le hard abbiamo faticato molto di più e non avevamo passo. Dobbiamo essere onesti, sia quando le cose vanno bene, sia quando le cose vanno male. La cosa più difficile nel mio lavoro è gestire una gara come questa e capire cosa è andato bene e cosa no. Onestamente ci sono state note positive, come l’affidabilità e il passo in qualifica. Ma dobbiamo capire da dove viene la mancanza di prestazioni”.