Alcune gare sono storicamente più pericolose del resto per i piloti che le corrono. Questa però potrebbe tranquillamente battere il record di pericolosità se ne esistesse uno: ecco perchè i centauri rischiano la vita.
Il dibattito sugli sport estremi è sempre aperto, tra chi crede che certe competizioni dovrebbero essere semplicemente sospese perchè troppo rischiose e chi pensa che ogni atleta abbia il diritto di fare quello che vuole con la propria vita e salute. Nel caso di questa particolare gara, le morti e gli infortuni sono cosa purtroppo comune. Ecco cosa la rende un vero inferno per i piloti.
Gareggiare è un po’ rischiare
Se le gare automobilistiche sono piuttosto sicure grazie alle misure di sicurezza prese negli anni, quelle in motocicletta possono rivelarsi decisamente più rischiose. Un’inchiesta del 2015 per stabilire se sia più sicuro correre in pista in auto o moto ha portato a risultati prevedibili: le gare automobiliste hanno una percentuale di decessi pari a 0,89 mentre quelle di moto sono decisamente più pericolose con un 25,38 davvero preoccupante.
Alcune gare comunque sono molto più rischiose di altre per i partecipanti. Prendiamo quella di cui parleremo oggi che la stampa britannica – paese dove si tiene l’evento – ha nominato come “La gara più pericolosa del mondo” già da anni. Il tracciato in questione si trova su un’isoletta famosa per essere stata teatro della costruzione dell’auto più piccola di sempre.
Un inferno in paradiso
I paesaggi meravigliosi dell’Isola di Man, situata a metà strada tra Gran Bretagna ed Eire nel Mare d’Irlanda, sono apprezzati dai turisti che ogni anno si recano in questa incantevole isoletta per visitarla e godersi le specialità locali. Ma proprio tra queste colline verdeggianti e i piccoli centri abitati molto pittoreschi, si trova anche il circuito più temuto dai centauri di tutto il mondo.
Stiamo parlando dell’Isle of Man Tourist Trophy, spesso abbreviato per comodità in TT, la competizione per motociclisti più pericolosa e letale attualmente aperta in tutto il pianeta. Il tracciato si snoda per una lunghezza di poco più di sessanta chilometri. Un percorso su cui può accadere – ed è accaduto – davvero di tutto.
Nervi saldi
Ma esattamente, quanto è pericoloso il TT dell’isola britannica? Parlano le cifre: dagli anni cinquanta in cui la gara venne inaugurata per la prima volta, ben 262 partecipanti hanno perso la vita in incidenti di vario genere assieme ad 8 membri del pubblico coinvolti nei frequenti incidenti che avvengono purtroppo lungo il tracciato. Nel 2005 c’è stato il boom di decessi e feriti con ben undici vittime in due eventi distinti mentre nel 2016, praticamente ieri, sono morti in cinque.
Ma cosa rende la pista così pericolosa? I fattori da considerare sono tanti: anzitutto, le strade strette su cui le moto raggiungono senza problemi i 240 chilometri orari sono ostiche e lasciano poco spazio per le manovre. Ogni errore viene punito pesantemente dal tracciato che non perdona nessuno. Secondo poi, raramente il meteo si dimostra clemente nei confronti dei piloti partecipanti alla gara. Su questo tracciato si tengono anche eventi con sidecar: sono più sicuri? Giudicate voi…