Tempi duri per chi ha un’auto che ha ormai diversi anni di vita alle spalle. Riuscire a circolare senza andare incontro a problemi diventa quasi impossibile: preservare la qualità dell’aria è ormai indispensabile ed è necessario correre ai ripari.
Ridurre il più possibile l’impatto nei confronti dell’ambiente è ormai diventato un imperativo in tutti i settori e quello automobilistico non può certamente esser escluso. I modelli che vengono realizzati negli ultimi anni garantiscono così bassi consumi ed emissioni ridotte (o addrittura nulle) per tutti i segmenti di mercato, in modo tale da accontentare il maggior numero possibile di persone e con prezzi che possono essere accessibili a un numero maggiore di persone. Ma cosa accade alle auto che possono essere ormai considerate obsolete?
Brutta fine per le auto ormai diventate vecchie
Sostituire un’auto richiede un investimento non da poco, spesso difficile da sostenere anche per chi sceglie di effettuare un finanziamento a rate. Proprio per questo gli incentivi che sono stati introdotti a più riprese dal governo si sono rivelati provvidenziali non solo per le aziende del settore, ma anche per smuovere chi fino a quel momento era indeciso a procedere con l’acquisto.
La strada da seguire sembra essere ormai comune: puntare su modelli sostenibili, in modo tale da svecchiare il parco auto in circolazione e garantire così un beneficio anche all’aria che ci circonda.
La situazione appare però difficile per chi preferisce o non ha la possibilità di andare in concessionaria e scegliere una vettura nuova. Nelle grandi città, infatti, si sta procedendo verso una stretta nei confronti di quei modelli sono ormai obsoleti.
Cosa accade a chi non cambia l’auto
Ma come dovranno comportarsi le persone che non hanno la possibilità di acquistare un’auto con un basso impatto ambientale e rottamare quella ormai vecchia? Per loro i tempi si prospettano davvero difficili, specialmente se devono spostarsi in una grande città.
Nelle metropoli, infatti, sono destinati a essere introdotti divieti ad hoc volti ad abbassare il livello di inquinamento presente nell’aria.
Il Piemonte è stata una delle prime Regioni a muoversi con limitazioni al traffico che riguardano ben 76 Comuni e non solo Torino, con netto anticipo rispetto a quando le temperature si abbasseranno e anche lo smog diventerà così maggiore.
In questi casi ci sono degli orari ben precisi in cui sarà pressoché impossibile muoversi: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 non sarà possibile circolare per chi ha mezzi diesel Euro 3 e 4, per il trasporto delle persone e delle merci. Questo si aggiunge allo stop valido tutti i giorni, festivi compresi, dalle 00 alle 24, di moto e motorini Euro 0 e Euro 1.
Non è escluso che il quadro possa diventare ancora più rigido se la situazione dovesse peggiorare, sulla base dei dati del monitoraggio quotidiano delle polvere sottili nell’aria. Il quadro risulta essere notevolmente peggiorato in breve tempo: dall’inizio dell’anno sono infatti 52 i giorni i giorni di superamento dei livello di Pm10 consentito dall’Europa che autorizza 35 giornate di sforamento ogni anno, complici anche le pochissime piogge che ci sono state. Un anno fa si era invece arrivati a questo punto a 35 giorni.