La domanda che ci faremo oggi è: le multe al semaforo rosso sono sempre valide? Forse no, e a dirlo è proprio la legge. Il controverso episodio che favorisce gli automobilisti, eccolo qua.
Spesso, anzi praticamente sempre, le multe al semaforo rosso sono un avvenimento praticamente infallibile. Soprattutto perché è un’infrazione che va a tutelare la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
Non è però detto che vada sempre a finire così. Oggi cercheremo di capire quindi in quali casi la situazione può girare a favore degli automobilisti.
Multa con il semaforo rosso: quando va fatta e entro quanto ti arriva a casa
Prima di capire quando è nulla, è bene sapere quanto ci costa la multa al semaforo rosso quando è assolutamente in linea con le regole del codice della strada. Ebbene, la sanzione per chi supera il semaforo rosso va da un minimo di 167 ad un massimo di 655 euro. Nelle ore notturne, invece – dalle 22 alle 7 – l’importo va dai 200 ai 646 euro.
In più, vengono tolti sei punti dalla patente di guida di un automobilista. I punti in meno raddoppiano se il trasgressore è neopatentato. Il passaggio con il semaforo rosso, in più, prevede una sanzione ancor più severa se avviene in almeno due occasioni nel giro di 24 mesi; parliamo della sospensione della patente da uno a tre mesi.
La multa arriva a casa di chi ha agito illecitamente, passando con la propria automobile mentre il semaforo era rosso, entro novanta giorni dall’avvenuto accertamento dell’infrazione. Il termine ultimo viene calcolato a partire dal giorno successivo alla violazione, giorni festivi esclusi. Il verbale può risultare nullo se risulta spedito dopo novanta giorni. Il multato, in questo caso, può fare ricorso al giudice di pace entro trenta giorni dalla notifica oppure al prefetto (entro sessanta).
Multe al semaforo rosso, quando sono invalide: il caso più eclatante
Esiste un altro modo per annullare una multa al semaforo rosso. Sono infatti nulle le contravvenzioni per passaggio con semaforo rosso rilevato con un apparecchio automatico. O meglio, così è se il decreto di omologazione di tale dispositivo prescrive che sul luogo dell’infrazione ci sia la lanterna semaforica ripetitrice di quella posta all’inizio dell’incrocio, vicino alla striscia di arresto.
La Corte di cassazione, il 3 marzo scorso, ha depositato quanto detto. Secondo i giudici in questione, i decreti ministeriali di approvazione del rilevatore di infrazioni semaforiche hanno come condizione per l’utilizzo automatico della modalità del dispositivo proprio la presenza di tale lanterna.
Un’interpretazione, questa, che nasce prendendo alla lettera i decreti. Questi, devono fornire documentazione fotografica in cui sia visibile la panoramica dell’intersezione controllata e la lanterna semaforica che regola l’attraversamento. Oppure, una lanterna ripetitiva posta dopo l’intersezione.