A vederla così, ci fa decisamente venire in mente la mitica Fiat Panda che gli italiani amano ancora oggi. Ma per origini e sviluppo sembra veramente tutta un’altra cosa. Scopriamo allora di cosa si tratta.
La Fiat Panda la conosciamo molto bene; da italiani, ma anche da semplici appassionati o papabili compratori di automobili, ne vediamo di ogni tutti i giorni. Ecco perché, a primo impatto, notare questa compatta giapponese ci ha fatto pensare tutto tranne che ad una Toyota. Ci riferiamo alla Toyota Sienta, un modello che difficilmente vedremo sulla nostra penisola, ma che sicuramente ci ha fatto sentire un po’ a casa.
Toyota Sienta, l’auto che ci ricorda la Panda: cosa c’è da sapere a riguardo
A dire il vero, non si tratta di un’automobile nuova di zecca. La storia della Toyota Sienta parte dal lontano 2003, ma la sua terza generazione è stata appena introdotta sul mercato giapponese. Ma si tratta di plagio? Ci viene da dire assolutamente no, anche perché il modello ha un’origine tutta sua.
Sono ormai vent’anni che quest’auto viene prodotta e deriva fin dalla sua nascita dalla base della Toyota Yaris. Il suo aspetto è specifico per i mercati del Giappone e del sud est asiatico. E lo stile, ovviamente, è personalissimo. Forse meno della prima serie, che aveva un design ancor più nipponico e gradevole, rimane comunque un’auto del Sol Levante in tutto e per tutto.
Toyota Sienta, cos’ha da dare al mercato: le sue caratteristiche
Toyota Sienta; un modello lungo poco più di quattro metri, con larghezza e altezza di 1,70 metri e porte posteriori scorrevoli. Nel 2022 ci offre due versioni: una da cinque e l’altra da sette posti, un motore 1,5 a benzina con cambio CVT e un ibrido 1.5 della Yaris con trazione integrale electric style. Ma la novità principale di quest’auto, a dire il vero, sta nel design.
Niente fari triangolari e linee tese, con il frontale che appare davvero rinnovato con grandi fari ovali e fanali posteriori verticali posizionati sui montanti, inserti in plastica antiurto nella parte bassa delle fiancate e finestrature nere che prendono ben altra forma rispetto al passato.
Alcuni dettagli stilistici, che l’azienda ha definito Shikakumaru, sono basati su forme tondeggianti che uniscono cerchi e quadrati. Lo stesso concetto di supercerchio adottato ben dieci anni fa per la Fiat Panda, e infatti alcune linee ci fanno pensare alla Panda Cross. Non una novità, comunque, in Giappone. La Suzuki Swift, un decennio fa, inserì dettagli sulla propria auto che riportavano alla Mini.