Sono ormai oltre dieci anni che gli italiani attendono una norma per regolamentare l’uso dei cosiddetti autovelox “selvaggi” posizionati in punti di scarsa visibilità ed utilità solo per fare cassa. Ecco quando arriverà.
Rinvio dopo rinvio, la regolamentazione degli Autovelox ad opera dei Comuni sembra ancora lontana. Ecco le ultime evoluzioni di un progetto che interessa tutti gli automobilisti.
Teoricamente parlando, l’Autovelox nasce come strumento per tenere al sicuro i cittadini. Sotto la “minaccia” di prendere una multa per eccesso di velocità, gli automobilisti sarebbero infatti spinti a rallentare e diminuire la pressione sull’acceleratore garantendo strade più sicure: ma da quando è stato brevettato la prima volta negli anni sessanta, questo strumento ha causato più lamentele e polemiche che altro.
Le accuse degli automobilisti e di testate come Money nei confronti dei Comuni, rei di nascondere volutamente questi strumenti di controllo della velocità per fare cassa con i soldi delle multe, si susseguono ormai dal 2010 quando le prime preoccupazioni sulla moda di usare questi strumenti solo per guadagnare denaro facile arrivarono in Parlamento da parte delle società di tutela dei consumatori.
Ci eravamo lasciati con l’annuncio del Governo uscito ad aprile in cui i parlamentari ci avevano fatto capire senza troppi giri di parole che la discussione su una legislazione relativa agli Autovelox “selvaggi” sarebbe scalata a giugno. Siamo ad inizio agosto e cosa è cambiato? Ancora niente. Ma forse, è la volta buona per cambiare qualcosa.
Nonostante i continui rinvii, qualcosa sembra muoversi ai “piani alti” con un deputato che ha promesso qualcosa per la fine dell’estate. “Stiamo lavorando da mesi per mettere fine all’abitudine molto brutta dei comuni di nascondere gli Autovelox per guadagnare con le multe”, dice Simone Baldelli che secondo alcune testate avrebbe promesso che la bozza sarà depositata entro fine agosto.
Sarà troppo tardi però per le decine di italiani che si saranno beccati una multa andando o tornando dai luoghi di vacanza per colpa degli Autovelox galeotti, nascosti furbamente per le strade italiane. Ora, teoricamente se uno di questi strumenti non risulta segnalato a dovere con un cartello, il guidatore può presentare ricorso e far annullare la multa. Ma l’onere di provare la mancata presenza di segnaletica sta sempre al guidatore che a volte finisce per pagare, evitandosi un lungo processo dall’esito dubbio.
Come ripetono ormai da anni le persone che viaggiano per tutto il paese in auto molto spesso, l’unica soluzione è promulgare un disegno di legge che impedisca tassativamente ai Comuni di disporre di questa strumentazione in modo così imprudente. Ancora promesse: ma vedremo davvero concretizzarsi questa proposta entro fine estate? Bella domanda.
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