Un influencer di media fama ha voluto mostrarsi a 300 km/h in auto per le strade di Roma. L’incidente del 22enne avrebbe dovuto demorderlo.
Non si arresta la marcia verso una maggiore fama da parte di un uomo, in voga fra alcuni ragazzini, verso una maggior fama. Per fare questo, si lascia andare a diverse attività, anche criminali, che vengono derise in rete. Lui si crede di essere un modello, ma non comprende che se la gente condivide le sue bravate lo fa soltanto per prendere per i fondelli il suo modo di fare. Personaggi del genere potrebbero essere pericolosi per chi potrebbe prendere spunto dai suoi errori.
Eppure, ancora continua con le sue bravate a far sì che i più giovani di età possano cadere nella morsa della sua stupidaggine, prendendolo come icona di riferimento. Si spera, che siano pochi questi ultimi ragazzi e così sembra essere. Il problema più grande è che, a volte, li mette in mezzo alle sue smargiassate, facendo rischiare anche la loro vita, come successo in quest’ultimo caso. Si parla di ragazzi minorenni, che si spera abbiano qualcuno alle spalle che freni loro nell’essere personaggi come l’influencer sopra descritto.
Il suo nome preferisco non farlo, a rischio di richiamo, ma farlo vorrebbe dire solamente creargli maggiore pubblicità. Farla vorrebbe dare modo alle persone di seguirlo ma, dopo quest’ultima attività folle commessa a bordo della sua macchina, molti chiedono la sua sparizione da ogni scena social in cui possa avere seguito.
L’influencer che sfreccia a 300 km/h
In un recente video, girato per poi essere messo in rete, l’uomo, pieno di tatuaggi in faccia inneggianti a nulla di buono, ha voluto condividere l’ultima azione fuori legge. Quello che non si capisce è come le autorità, o il destino, permettano a lui di continuare con questo modo di fare fuori dalle righe.
L’influencer è salito a bordo di un’automobile insieme a un ragazzino di 13 anni e gli ha detto: “te ce porta zio in macchinetta”. Una volta partiti, l’uomo alla guida ha sfrecciato per le strade di Roma a 300 km/h, mettendo a repentaglio la sua vita, quella del minorenne e quella di chiunque altro fosse nei paraggi in quel momento.
Secondo il criminale, chiunque dovrebbe avere la possibilità di correre alla velocità che più lo grata, dato che le automobili possono superare i limiti accettati dal codice stradale. Anche le case automobilistiche possono essere complici di questi reati, dato che montano dei motori del genere negli abitacoli ma, forse, solo per far correre in pista. Insomma, a poco è servita la recente morte in diretta del 22enne sul Grande raccordo anulare, in cui, come vittime, vi sono finite anche il passeggero, deceduto, e una donna incinta, soccorsa, ma poi dimessa.