Ci sono marchi che tradizionalmente non producono determinate automobili. Per esempio, avete mai visto un minivan Ferrari o Maserati? Noi si, peccato che le cose non siano andate esattamente come previsto.
Il mercato automobilistico è spietato e competitivo e raramente una casa esce dalla propria zona di comfort se non è sicura al 100% della riuscita di un’operazione di mercato. Prendiamo la Lotus che ha recentemente deciso di presentare un SUV – la Eletre – solo perché è certa di poterlo usare per guadagnare una cifra da investire nelle prossime supercar elettriche!
Se poi un marchio ha una reputazione illustre come ad esempio Maserati, il tridente più famoso del mondo, questa regola vale doppio. Non a caso, il primo minivan mai presentato dalla casa è rimasto anche l’unico benché le linee del mezzo fossero state curate da Giorgetto Giugiaro, una penna d’eccezione che aveva reso questa concept car estremamente desiderabile.
Il progetto Maserati Buran nasce nel 2000. Arrivata alle porte del nuovo secolo infatti, la casa voleva osare qualcosa in più, sperimentando magari qualcosa di completamente nuovo: “In quel periodo, c’era la mania dei SUV”, ricordò in seguito Giugiaro stesso che non si è mai dimenticato di questo progetto più unico che raro: “Volevo disegnare qualcosa di più audace”.
E in effetti, è proprio questo il termine giusto per definire un veicolo come la Buran che prendeva il nome di un vento siberiano. L’idea era quella di realizzare un’alternativa alla tradizionale berlina di rappresentanza in cui Maserati si era specializzata negli anni, fornendo un veicolo che potesse garantire più o meno le stesse prestazioni e la stessa comodità ma con una forma diversa.
L’auto aveva un design ispirato ai taxi newyorkesi degli anni settanta ed infatti, venne anche assemblata negli USA in California nella misura di un singolo prototipo. La concept car disponeva di cinque sedili indipendenti, regolabili a discrezione di guidatore e passeggeri, interni molto spaziosi riveristi con pellame raffinato e soprattutto di un motore da otto cilindri e 370 cavalli, più che sufficiente a trainare una massa complessiva di circa un paio di tonnellate.
Del progetto però non si seppe più nulla per anni finché non fu chiaro a tutti gli appassionati che Maserati alla fine della fiera aveva ritenuto troppo rischioso dare il via alla produzione del mezzo anche solo in serie limitata. Ma – piccolo spoiler – pochi anni dopo, proprio partendo da questo prototipo il Tridente costruita la Levante, il suo primo vero crossover.
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