Con le maggiori case automobilistiche che fuggono dal paese lasciandolo a se stesso, la Russia è costretta a scavare nel proprio passato per trovare automobili da produrre. Ecco la scelta più ovvia che hanno fatto.
Una guerra non è mai un evento piacevole per qualsiasi settore economico, chiedetelo a Mosca: la sconsiderata guerra di aggressione condotta da Vladimir Putin contro l’Ucraina sembra aver portato tutto meno che dei benefici all’economia di una nazione che ha già numerosi problemi come disparità sociale, inflazione ed una crisi galoppante che sta soltanto peggiorando.
Ma la Russia è un paese abituato a stare in guerra: quello in Ucraina non è certo il primo conflitto che causa sdegno in occidente costringendo il paese ad adottare la politica del “fai da te”, basti pensare a cosa è successo in Georgia e Cecenia giusto qualche anno fa. Il principale problema in Russia che abbiamo trattato in quesi mesi concitati è la mobilità dei cittadini e per risolverlo, il governo è letteralmente tornato indietro di cinquant’anni.
Si perché con le maggiori case automobilistiche europee – Gruppo Stellantis e Renault in testa a tutti – che hanno comprensibilmente abbandonato un paese considerato invasore e soprattutto pericoloso per gli investitori esteri, la Russia si trova a fare i conti anche…con una scarsità di automobili. E quale soluzione fa più colpo di riportare in vigore un’auto appartenente ad altri tempi?
Secondo le fonti del settore, i russi avrebbero rimesso in produzione la Lada Niva, famosissimo fuoristrada che ha avuto successo anche qui da noi qualcosa come trent’anni fa. Solida e capace di affrontare qualsiasi terreno, la Niva è una buona auto low cost ma il progresso tecnologico l’ha irrimediabilmente resa obsoleta tant’è che doveva uscire un modello destinato a sostituirla proprio l’anno prossimo. Probabile che la guerra abbia un po’ cambiato i piani di Lada.
La Niva tornata frettolosamente in produzione sembra proprio un rimedio-cuscinetto all’addio dei grandi costruttori europei. Al momento, la starerebbero assemblando in serie presso un impianto a 1.000 chilometri da Mosca, ma non è tutto: non avendo accesso ai chip necessari un po’ per la nota scarsità di questi prodotti e un po’ per le sanzioni, la Russia ha preso una decisione cambiando la legislazione riguardante le auto.
In poche parole, la Niva viene ora assemblata senza praticamente misure di sicurezza – ha giusto la cintura – senza ABS che veniva importato proprio dalla Germania su cortesia della ditta Bosch e addirittura non più in configurazione Euro 5. In parole povere, la guerra costringe i russi a girare su un’auto assemblata come nel 1977. C’è ancora qualcuno di voi che pensa che da un conflitto si possa ricavare qualcosa di buono? Perché questa è la prova madre che in pace si vive molto meglio.
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