Circa un anno fa, il primo incidente degno di nota di una Tesla con autopilota nel nostro paese. L’episodio ha dato il via ad una battaglia legale che la multinazionale californiana vuole vincere a tutti i costi, a quanto pare.
Essere sempre al centro dei riflettori significa che ogni tuo errore, dal più piccolo al più grande, verrà notato da tutti. Lo sa bene l’imprenditoria e CEO di Tesla Elon Musk che in questi ultimi anni ha fatto i conti con una valanga di critiche per incidenti legati al feature più discusso della sua vettura, l’autopilot ossia un optional che ha reso l’automobile elettrica famosa ma anche famigerata.
Ci sono stati numerosi casi di incidenti che vedono l’autopilot come protagonista in questi anni: il più curioso è quello della Tesla che ha travolto un robot alla Fiera di Las Vegas distruggendolo, il più tragico è quello occorso ad un taxi francese appartenente al marchio californiano che ha quasi causato un massacro. Recentemente, è venuto alla luce anche un caso avvenuto proprio in Italia che vede come protagonista la berlina di punta del marchio.
Un uomo proprietario di una Model 3, la berlina per eccellenza di Musk, ha parlato della sua brutta esperienza a bordo di quest’auto elettrica. Il proprietario dell’auto, tale Roberto, viaggiava con moglie e figlio a bordo della berlina con l’autopilot inserito sull’autostrada per Loano quando all’improvviso, tutto è diventato buio. Giorni dopo lo schianto avvenuto il primo luglio scorso, Roberto si è svegliato in ospedale proprio come la moglie e il figlio, vivi per miracolo.
Siamo sicuri funzionasse?
Insistendo per quasi un mese, Roberto è riuscito ad avere – tirando in ballo l’avvocato – i dati di navigazione del veicolo dalla compagnia estratti dalla scheda SD della vettura che viaggiava ad una velocità di crociera di 130 chilometri orari per scoprire una verità orribile: secondo gli esperti consultati dall’uomo, l’autopilot di Tesla non ha riconosciuto come ostacolo un furgone incidentato fermo lungo la carreggiata, prendendolo in pieno alla massima velocità.
Secondo il proprietario dell’auto, Tesla avrebbe mostrato ben poco interesse per la faccenda, specificando che il sistema acustico che avverte della collisione imminente sarebbe regolarmente entrato in funzione prima dell’impatto: Roberto ricorda questa cosa ma assicura che ciò è successo troppo tardi perché lui potesse intervenire disattivando l’autopilot. In poche parole tra l’uomo e la casa di produzione della Model 3 è in corso una vera battaglia legale.
Dal canto suo, la ditta di Musk si solleva da ogni responsabilità: “La colpa per gli incidenti è di chi si distrae alla guida o si affida troppo al sistema di guida automatica”, risponde il marchio. La vicenda difficilmente si risolverà a breve: bisogna vedere quanto questa persona sarà disposta ad andare avanti con un’eventuale causa legale. Ciò che è certo – senza voler necessariamente accusare il marchio californiano di nulla – è che gli incidenti con l’autopilot restano molto frequenti.