Alcuni lavoratori italiani avranno diritto a dei cospicui buoni benzina. Ecco come funziona il provvedimento che ve li assegna e quali professioni sono incluse nel provvedimento. Finalmente, fare il pieno è possibile.
E’ un periodo tremendo per fare benzina, ormai sottolinearlo è anche inutile, con il prezzo della benzina praticamente raddoppiato e i provvedimenti del Governo che possono a mala pena tamponare i danni mentre ci prepariamo a sentire gli effetti a lungo termine di una crisi energetica – quasi – senza precedenti. Se avete comprato un’auto elettrica qualche anno fa siete più o meno al sicuro. In caso contrario, questa notizia potrebbe interessarvi.
L’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato l’arrivo di bonus benzina del valore di 200 Euro per alcune categorie di lavoratori italiani. Il provvedimento è naturalmente da inserire nel più ampio contesto della crisi energetica che sta attanagliando il paese e serve per aiutare chi usa l’auto ogni giorno per andare a lavoro ad ammortizzare le spese sempre più elevate per fare il pieno al distributore.
Ma quali sono i criteri per richiedere il buono? Anzitutto, una notizia interessante: non c’è un vero limite di reddito quindi potete chiedere questo aiuto all’Agenzia delle Entrate a prescindere da quanti soldi avete incassato nell’ultimo anno fiscale. A limitarvi semmai è il tipo di professione che svolgete!
Solo se lavori per qualcuno
Nella circolare si legge che solo i lavoratori titolari di reddito di lavoro dipendente. I buoni infatti sono erogati senza tassazione dai datori di lavoro per quei lavoratori impiegati presso un’impresa di qualsiasi tipo. Anche i lavoratori “freelance” possono accedere a patto che dimostrino di avere dei dipendenti impegnati presso la propria attività.
Risultano invece esclusi da questa erogazione di aiuti i dipendenti della pubblica amministrazione, anche se non ci sono spiegazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate riguardo questa decisione. Il bonus può tornarvi utile anche se guidate una Tesla: anche le ricariche elettriche sono considerate “erogazione di carburante” e come tali possono essere rimborsati dai bonus in questione ai lavoratori che ne hanno diritto.
Un’iniziativa interessante che per certi versi ricorda quella del Governo Tedesco che per arginare la crisi energetica ha però scelto di incentivare l’uso dei mezzi pubblici con un prezzo fisso – nove Euro in tutto – per l’abbonamento a tutti i mezzi pubblici del proprio paese. In Italia a quanto pare abbiamo preferito puntare sulla mobilità individuale.