Non riuscivano in alcun modo a trovare i ricambi giusti per l’automobile desiderata dall’acquirente: ecco che i lavoratori di un autosalone sono stati costretti a fare qualcosa di assolutamente svantaggioso per l’attività.
Come forse gli amanti di geopolitica già sapranno, non è esattamente un bel periodo per acquistare un’automobile nuova. Un po’ la crisi energetica derivata dalla crisi diplomatica con la Russia, un po’ la scarsa reperibilità dei chip necessari per assemblare i componenti più importanti delle automobili di nuova costruzione rendono l’acquisto di un nuovo veicolo un po’ una scommessa, potete chiederlo al protagonista di questa vicenda.
Un autosalone in provincia di Treviso aveva appena compiuto un nuovo affare, vendendo una Jeep ad un cliente che aveva acquistato la vettura senza troppi intoppi. Questa persona era così interessata al veicolo da averlo pagato immediatamente con un unico versamento, praticamente la vendita perfetta per qualsiasi lavoratore di un autosalone italiano.
Purtroppo, qualche tempo dopo la vettura ha iniziato ad avere dei problemi meccanici. I componenti per sostituire la vettura, a quanto pare di natura elettronica e quindi difficili da reperire a causa della scarsità di chip che si è inasprita in questi ultimi anni, non si riuscivano proprio a trovare e nemmeno l’intervento dell’autosalone ha smosso qualcosa. Alla fine, sono dovuti intervenire i sindacati.
Trovandosi “sul groppone” un’auto da oltre 30.000 Euro inutilizzabile per un guasto per oltre tre mesi e impossibilitato nel reperire i componenti necessari per riparare la jeep dal meccanico, il cliente ha perso fiducia nell’autosalone che sembrava altrettanto impotente di fronte a questa paradossale situazione e si è rivolto all’Adiconsum, sindacato dei consumatori.
Il sindacato ha spinto perché l’autosalone organizzasse un incontro con il cliente per stabilire il da farsi. La situazione che si era venuta a creare, così assurda, non sembrava risolvibile in nessun modo. E così, il venditore di auto ha dovuto attenersi al principio più vecchio del mondo, quello del soddisfatto o rimborsato. E finalmente, cliente e venditore hanno trovato l’accordo.
Invece di restituire semplicemente il denaro al cliente però, l’autosalone trevigiano ha scelto di ricomprare l’automobile danneggiata dal cliente, in attesa che i componenti siano di nuovo disponibili. Una situazione assurda che però ben riflette il difficile momento storico in cui ci troviamo: abbiamo così tanta tecnologia nelle nostre auto che anche un semplice guasto, se non ci sono i componenti, diventa un problema insormontabile.
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