Se è innegabile che una velocità inferiore possa generare maggiore sicurezza, tanti credono che tutto ciò possa congestionare il traffico
L’alta velocità è certamente tra le cause principali degli incidenti in autostrada. E, in particolare, degli incidenti mortali. Da sempre, infatti, vi esortiamo a essere prudenti e rispettare Codice della strada e limiti di velocità. Ma quello che potrebbe accadere sta generando non poche polemiche.
Nel 2019, e quindi nell’ultimo anno senza limitazioni di sorta relativi agli spostamenti, in Italia si sono contati 172.183 incidenti stradali, con un totale di 3.173 vittime. Meno attendibili i dati degli anni successivi che hanno subito alterazioni a causa delle restrizioni necessarie per arginare la pandemia da Covid-19.
L’eccessiva velocità è responsabile di un’ampia porzione di incidenti stradali mortali e non in tutto il mondo. Si stima che circa un terzo è stato vittima di incidenti in cui almeno un veicolo eccedeva il limite di velocità. Circa il 40% di questi sono avvenuti in curva, mentre la quota scende al 20% considerando i soli incidenti mortali senza eccesso di velocità.
I dati confermano inoltre che gli stati di alterazione del guidatore sono molto comuni in questo tipo di incidenti, riscontrandosi in circa il 41% dei casi. Ampi spazi e lunghe strade rettilinee e prive di traffico sono condizioni preliminari ricorrenti negli eccessi di velocità, ne è la conferma il fatto che la maggior parte degli incidenti mortali con velocità eccessiva e coinvolgimento di un solo veicolo sono avvenuti in zone rurali.
La proposta: 60 chilometri orari in autostrada
Adesso c’è qualcuno che vorrebbe scendere a 60 chilometri orari il limite massimo per viaggiare in autostrada. Non mancano le polemiche. Se è innegabile che una velocità inferiore possa generare maggiore sicurezza, tanti credono che tutto ciò possa congestionare il traffico.
Peraltro tutto ciò accade in un Paese dove il limite per viaggiare in autostrada è già “basso”: 80 chilometri orari. La proposta, infatti, è stata avanzata in Svizzera. E’, in particolare, l’Ufficio federale delle strade (USTRA), che adesso sta valutando l’ulteriore abbassamento del limite.
“Vogliamo esaminare se gli 80 chilometri orari sono sempre la soluzione migliore – ha spiegato il portavoce dell’USTRA, Thomas Rohrbach. Sono due anni che facciamo queste valutazioni”.
Ovviamente, come ogni cambiamento, non mancano le posizioni discordanti. Il Touring Club svizzero, infatti, non ci sta e sostiene come una misura del genere sarebbe certamente causa di code e ingorghi. In Svizzera infatti l’autostrada non è solo usata per percorrere le lunghe distanze ma funge anche da via alternativa alle città. Staremo a vedere se la soluzione sarà effettivamente adottata.