Dopo oltre mezzo secolo di vittorie ed importanti risultati, la casa giapponese Suzuki dice basta e lascia un’importante fonte di introito e pubblicità per dedicarsi ad una causa piuttosto nobile. I fans sono in lutto.
E’ un lungo capitolo di storia del mondo di questo sport ma ogni cosa, anche la più bella, ha una fine: Suzuki appende il casco al chiodo e lascia il mondo del MotoGP che l’aveva resa infinitamente famosa nel settore motociclistico facendo avvicinare una quantità incredibile di fans a questo sport, non solo in Giappone ma in tutto il mondo.
Dopo la decisione della Kawasaki arrivata nel 2008, più di una decina di anni fa, un’altra prestigiosa casa giapponese lascia dunque questo mondo che diventa un po’ meno competitivo. La storia di Suzuki nel mondo del MotoGP è lunga e costellata di successi, l’albo d’oro della casa parla da solo: ben sedici titoli mondiali conquistati in circa sessant’anni di attività.
Pensare che il primo era arrivato nel 1962, quando ancora la competizione era tra motociclette con una cilindrata di 50cc, una cosa che farebbe ridere al giorno d’oggi con bolidi capaci di superare i duecento chilometri orari. Giusto due anni fa, lo spagnolo Joan Mir aveva portato a casa il sedicesimo e a questo punto anche l’ultimo titolo al marchio giapponese. Ma perché mai la casa ha deciso di mollare proprio al culmine di questa parentesi positiva?
Una nobile scelta
Semplicemente, il marchio ha ancora voglia di correre ma non ha i mezzi per farlo, avendo deciso di dirottare le proprie finanze verso progetti più costruttivi. “Abbiamo preso questa decisione per spostare risorse sulla transizione ecologica. Accettiamo la sfida di costruire in futuro una società più sostenibile ed un mondo migliore”, sono le parole di Toshihiro Suzuki, presidente del marchio nipponico.
La casa comunque non darà forfait e proseguirà la stagione in corso: “Ci impegnano a mettercela tutta nel portare a casa le gare che rimangono”, garantisce una nota della scuderia Suzuki. Alla fine del 2022 però, il ritiro sarà ufficiale e dall’anno prossimo, i fans della Suzuki dovranno trovare un’altra scuderia per cui fare il tifo.
Ma è un addio o un arrivederci? Nel 2011, Suzuki si era ritirata per tornare al MotoGP quattro anni dopo ma in questo caso, vista la spiegazione del presidente, l’addio sembra definitivo. Forse in futuro avremo un MotoGP tutto elettrico con moto eco sostenibili, un po’ come si sta pensando di fare con la Formula Uno. Se volete la nostra opinione, non vedremo mai più in pista una Suzuki con motore a combustione. Ma forse, tra una decina di anni la vedremo tornare con uno green.