Il conflitto in corso in Ucraina ormai da settimane sta avendo ripercussioni pesanti anche sul settore automobilistico. Ora c’è una delle case più importanti che ha deciso di interrompere la sua produzione in Russia.
Pensare che il cessate il fuoco in Ucraina possa arrivare in tempi brevi sembra essere ancora difficile da credere. Le truppe guidate da Vladimir Putin, infatti, non sono al momento disposte a smettere di colpire, nonostante questo modo di agire stia avendo ripercussioni pesanti anche sull’economia mondiale. Tra i Paesi che sono rimasti colpiti c’è anche l’Italia, dove gas e benzina stanno continuando a registrare aumenti importanti, al punto tale da rendere difficile ipotizzare quando il quadro possa migliorare.
Non mancano le aziende che hanno preso posizione a riguardo e che hanno cambiato i loro piani per il futuro. Tra queste c’è anche una delle case automobilistiche più importanti, che vanta in Russia alcuni stabilimenti. Volkswagen ha infatti deciso di chiudere uno dei suoi centri più importanti, dirottando così la produzione in altre realtà.
I nuovi piani di Volkswagen per il futuro: decisione storica
L’intenzione di Volkswagen di chiudere una delle sue fabbriche in Russia è stata data dal magazine Autocar.co.uk che cita come fonte l’agenzia di stampa Reuters. La scelta, secondo quanto trapela, sarebbe ricaduta sull’impianto di Nizhny Novgorod, che si trova a circa 400 chilometri dalla capitale Mosca.
Si tratta di una delle realtà più importanti per l’azienda, dove ci si concentra sulla produzione di uno dei segmenti più importanti, i Suv, non solo quelli Volkswagen, ma anche Skoda. I risultati ottenuti erano stati finora più che positivi, al punto tale da tagliare il traguardo dei 750 mila veicoli di produzione russa.
Una mossa come questa non potrà quindi che avere una portata pesante anche sui bilanci della casa.
E’ importante precisare, però, che, a differenza di quanto fatto da Renault, Volkswagen non vuole abbandonare del tutto la Russia. A Kaluga, infatti, si trova un altro stabilimento, dove lavorano ben 4 mila persone, che continuerà a restare attivo. I macchinari che erano presenti nell’altra struttura saranno quindi trasferiti qui.