Avete mai sentito parlare di una Corvette station wagon? Ovviamente no, penserete voi, chi ha mai costruito qualcosa del genere. Che ci crediate o meno, esiste e non si tratta di una creazione “privata” ma di un modello!
Se avete letto il nostro vecchio articolo sulle Shooting Brake sapete quanto ci divertiamo a trovare automobili sportive e vere e proprie supercar trasformate nel modello di automobile più pacifico e meno adatto alla corsa del mondo: la classica familiare. A quanto pare, quasi tutte le case che producono supercar si sono cimentate almeno una volta nella costruzione di veicoli di questo tipo.
Per chi non lo sapesse, piccolo riassunto di cosa è una Shooting Brake in due parole: con questo termine ci riferiamo ad una supercar con le forme di una station wagon, un piccolo esercizio di stile in cui si sono cimentate anche tante case italiane, Ferrari e Maserati in primis. Detto questo, torniamo indietro fino al 1968, anno in cui la creazione più incredibile di Larry Shinoda vide finalmente la luce.
La Corvette C3 è nota anche come Squalo Makò per le sue forme aggressive che hanno fatto impazzire i clienti del marchio al tempo e che fanno uscire di testa gli appassionati al giorno d’oggi. L’automobile fornita di un motore 4L dalla potenza massima di 425 cavalli a seconda della versione però esiste anche in un allestimento non proprio convenzionale.
All’insaputa di tanti appassionati, il marchio Chevrolet – proprietario della famiglia di auto Corvette che negli anni è diventato praticamente un brand a se stante – ha provato a costruire una versione station wagon della Corvette C3, praticamente un sogno per gli sportivi con una famiglia allargata!
Il primo ad avere l’idea geniale di realizzare una vettura simile fu un tale Chuck Miller che a quanto pare aveva lavorato per la Chevrolet stessa prima di mettersi in proprio. A Chuck venne in mente di creare un kit di conversione per trasformare lo Squalo di casa Chevy in una Shooting Brake con i fiocchi. La prima compagnia ad offrire questo servizio fu la American Custom a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.
A rendere davvero diffusa questa idea però fu John Greenwood che nel 1976 realizzò un prototipo molto più studiato di quello di Miller con tanto di vano bagagli apribile: una dozzina di queste Corvette SportWagon videro la luce e pare che ad almeno un paio di auto sia stato pure montato un motore turbo. Inutile dire quanto sia rara – e costosa – una SportWagon C3 al giorno d’oggi: il fatto che nessuna vettura sia esattamente identica ad un’altra a causa delle conversioni le rende ancora più ambite.
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