Una potenziale catastrofe quella della chiusura dello stabilimento Fiat deputato a produrre la famosa 500L, versione station wagon che omaggia la famosa giardinetta del marchio. Cosa ne sarà adesso dei lavoratori?
Quando si legge la notizia della chiusura di una fabbrica che produce automobili, il primo pensiero va ai lavoratori. In strutture come queste possono lavorare anche migliaia di operai addetti alla costruzione e produzione di vetture che si trovano da un giorno all’altro senza più una certezza e che a volte sono anche costretti a cercarsi un nuovo lavoro, qualora non ci siano davvero altre alternative.
Un caso molto importante che forse i media italiani non hanno coperto abbastanza è quello di una fabbrica, importante per la produzione della Fiat 500L, versione familiare dell’amata utilitaria torinese che sta chiudendo i battenti per un periodo minimo di due anni. In questo impianto situato a Kragujevac in Serbia e proprietà per il 67% del gruppo torinese e per il restante 33% del governo locale lavorano almeno 1.500 operai stando ai media locali.
Lo stabilimento sta per chiudere i battenti “in maniera temporanea” assicurano i portavoce del marchio Fiat: lo stop però avrà una durata minima di 2 anni, periodo in cui centinaia di persone si troverebbero quindi senza lavoro. Stando alle informazioni in nostro possesso, la casa torinese ha dato un ultimatum ai lavoratori, fornendo loro due opzioni ed una difficile scelta.
I circa 1.500 lavoratori di Kragujevac hanno due scelte: spostarsi in una fabbrica in Slovacchia per due anni o terminare il loro rapporto di lavoro con Fiat con tutto ciò che ne consegue. Cosa otterrebbe un dipendente accettando? Secondo Clubalfa uno stipendio mensile di 800 Euro minimi e due bonus – 11.000 Euro alla partenza e 6.000 al ritorno a casa – più un mese l’anno di soggiorno garantito in patria allo stipendio minimo. Altri posti – pochi secondo le fonti – sarebbero disponibili in Germania, Italia e Polonia e sono molto ambiti visto lo stipendio medio più alto proposto.
A non essere per nulla impressionato dalle misure prese dal Gruppo Stellantis è il Segretario dei comitato metalmeccanici “Samostalni”, Rajko Blagojević che racconta: “Fiat non vuole più alcuni dipendenti. A 500 è stata già comunicata l’interruzione del contratto con una liquidazione complessiva di 2.500 Euro. Per gli altri, stanno cercando una soluzione”. L’uomo non è contento del trattamento ricevuto dai dipendenti, costretti a partire o accettare il licenziamento precisando che il soggiorno sarebbe a carico dei dipendenti: “Come è possibile trattare così dei lavoratori che hanno famiglia?”.
Dal canto suo, Stellantis non ha rilasciato altre dichiarazioni. La versione ufficiale del Governo Serbo è che dal 2024 lo stabilimento tornerà funzionante per produrre automobili elettriche, forse addirittura una nuova Fiat Panda. Nel frattempo però, i lavoratori hanno solo due scelte, come abbiamo visto: prendere un aereo o rimanere a casa, perdendo il lavoro.
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