La scelta della persona a cui intestare un’auto può dipendere da molti fattori. Questo, però, non significa che solo quello che è considerato il legittimo proprietario possa guidarla. A volte, però, è necessario spiegare il legame esistente tra il nome che è riportato sul libretto e chi si trova a volante. In caso contrario, se si dovesse essere fermati per un controllo le conseguenze possono essere tutt’altro che piacevoli.
I ragazzi che hanno ricevuto in regalo al conseguimento della patente un’auto difficilmente ne risultato essere anche i legittimi proprietari. In genere, infatti, si preferisce intestare la vettura a una persona che ha già diversi anni di guida alle spalle, come uno dei genitori, proprio perchè questo consente di ridurre le spese per l’assicurazione. Questo, però, non impedisce loro di guidare quella vettura. Allo stesso tempo, capita frequentemente in tutte le famiglie di mettersi al volante della macchina intestata al marito o alla moglie.
Qualora si dovesse essere fermati dalle forze dell’ordine e si incappasse in un agente particolarmente pignolo, si sarà costretti a spiegare meglio la situazione. In questi casi, infatti, diventa indispensabile spiegare perché si sta utilizzando un veicolo che non risulta essere di nostra proprietà. Le modalità che si utilizzano per dimostrarlo sono fondamentali, pena una multa decisamente pesante.
I problemi in questo caso possono sorgere a priori, non necessariamente solo quando si commette una violazione del Codice della Strada. Anche in caso di un semplice controllo in cui si chiede di mostrare patente e libretto, infatti, si dovrebbe dimostrare perché ci si è messi alla guida di una vettura intestata a un’altra persona. L’intento è quello di verificare che il mezzo non sia stato rubato.
Lo scenario diventa decisamente ben peggiore se si dovesse avere un incidente, a maggior ragione con colpa. E non solo perché dovremo informare dell’accaduto il legittimo proprietario.
La prima a chiedere una verifica potrebbe essere proprio la compagnia assicurativa. C’è il rischio di non ottenere il risarcimento dei danni se il nome della persona che era al volante non è indicato nella polizza. Proprio per questo sin da quando si sottoscrive il contratto si deve mettere in conto tutto quello che può succedere dal momento in cui la vettura entra in proprio possesso. E in questa categoria rientrano quindi le situazioni in cui il mezzo viene condiviso da tutti i componenti della famiglia. Niente paura, se la situazione cambia in corso d’opera (come quando uno dei figli cresce e nel frattempo ha conseguito la patente), è possibile effettuare la modifica.
In caso di sinistro con colpa è comunque il responsabile che deve prendersi carico di tutto. E’ il caso di un tamponamento o della guida in stato di ebbrezza. L’unica eccezione può essere data da un amico o un parente particolarmente benevolo, che decide di esonerare il malcapitato da ogni responsabilità.
Parzialmente diverso è il quadro in caso di multa. In questo caso il verbale viene recapitato all’indirizzo dell’intestatario. La scelta può essere duplice: segnalare di non essere responsabili della violazione o, in alternativa, pagare l’importo e vedersi detrarre i punti dalla propria patente. Quest’ultima strada è ovviamente la più indicata. Attenzione quindi se siete ragazzi e avete preso la macchina di famiglia senza chiedere il permesso.
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