Il prezzo della benzina rimarrà “basso” per un lungo periodo di tempo. Ma questa misura potrebbe non bastare: ecco cosa dice l’unione dei consumatori in merito al taglio delle accise e in che situazione ci troviamo.
Mettere il pieno da quando è iniziato il terribile conflitto in Ucraina che continua a mietere vittime ogni giorno, anche mentre scriviamo queste righe, è diventato un vero e proprio salasso legalizzato: se c’è mai stato un momento storico idoneo per comprare un’auto elettrica o ibrida, non può che essere questo. Ma non tutti giustamente possono o vogliono accollarsi una spesa del genere da un giorno all’altro.
Di fronte all’emergenza di approvvigionamento del carburante, il Governo Draghi si è visto costretto a varare misure volte a contenere il prezzo del carburante per evitare di toccare record che nel nostro paese non si raggiungevano – e avremmo preferito continuare a non raggiungerli – dalla crisi tra Israele ed Egitto negli anni ottanta, tanto per dare un’idea della situazione geopolitica in cui ci troviamo ad oggi.
Secondo le principali testate italiane, il taglio delle accise sulla benzina è stato ufficialmente prorogato dall’8 luglio al 2 agosto, facendo si che il prezzo della benzina resti calmierato almeno per la prima parte dell’estate. Ma cosa succede dopo? Anche un’ulteriore proroga, secondo le associazioni che tutelano i diritti dei consumatori, non è sufficiente.
Il primo allarme si alza dall’Unione Nazionale dei Consumatori presieduta da Massimiliano Dona che si dice convinto della necessità di ulteriori interventi: “Da quanto è iniziata la guerra, benzina e gasolio hanno superato il tetto dei due Euro e limitarsi al taglio delle accise di 25 centesimi che diventano 30,5 contando l’IVA non è sufficiente”, spiega su Repubblica Dona che chiede ulteriori interventi da parte del Governo Draghi.
L’UNC e il Mita hanno registrato un aumento del 11,5% del prezzo di benzina e gasolio da quando è scoppiato il conflitto, numeri che mettono in seria difficoltà milioni di cittadini: “Se il Governo non vuole tornare ai prezzi amministrativi come abbiamo proposto dovrebbe almeno tagliare altri 10 centesimi per litro, in deroga per il gasolio alla normativa europea e ridurre l’IVA del 10%“, la proposta di Dona che sarebbe quindi rimasta inascoltata, almeno finora.
Anche Carlo Rienzi del Codacons definisce poca cosa la proroga del taglio sulle accise, lasciando parlare i dati e i numeri: “Una famiglia spende 552 Euro in più all’anno per i rifornimenti e ben 664 per quelli di gasolio”. Tagli o meno insomma, il prezzo della benzina resta alto mettendo nei guai chi la macchina è costretto ad usarla tutti i giorni per recarsi a lavoro o proprio per lavorare come nel caso di chi consegna per Just Eat o lavora per Uber, tanto per fare un paio di esempi.
Il Governo accoglierà queste critiche e modificherà i provvedimenti in corso d’opera? La migliore possibilità per un ritorno alla normalità sembra essere la pace. Peccato che Putin non sembri intenzionato a fermare la sua folle guerra e che l’occidente dall’altro lato non sia stato in grado di intavolare delle trattative di pace efficaci.
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