I trattori sono tra i mezzi più bistrattati dagli automobilisti. Sono lenti, non particolarmente attraenti come estetica, fumosi…questo veicolo avrebbe potuto cambiare le cose ma chissà perché, lo conosciamo pochissimo.
Per antonomasia, il Giappone è il paese delle innovazioni e delle creazioni futuristiche nella cultura pop. Spesso visto come una nazione all’avanguardia dove la tecnologia governa praticamente la vita dei cittadini comuni, dai treni supersonici fino ai grattaceli che quasi bucano il cielo di città come Tokyo ed Osaka, il paese del Sol Levante mantiene la sua reputazione intatta anche in un campo molto particolare.
Oggi signori e signore parliamo di trattori, nello specifico di quello che nelle intenzioni della casa giapponese che lo ha progettato doveva essere il mezzo agricolo del futuro nonché il trattore dei sogni – non stiamo scherzando lo chiamano proprio così – ma che per uno strano scherzo del destino è finito nell’oblio. Su questo mezzo, trovare informazioni online è quasi impossibile.
Il veicolo venne presentato come un mezzo rivoluzionario nel suo settore: potrà sembrarvi buffo ma pensateci; veicoli come questi sono fondamentali per chi lavora nei campi e le condizioni di lavoro degli agricoltori non sono esattamente le più comode. Ecco perché il Kubota Kan risulta essere un invenzione geniale, specialmente se pensiamo che è nata tantissimi anni fa.
Presentato nel corso della magistrale Esposizione Mondiale di Tokyo del 1970 a cui i giapponesi giocavano in casa per così dire, il mezzo della Kubota attirò parecchio l’attenzione di alcuni fotografi. Situato in un padiglione dell’azienda di Osaka che produce macchine agricole dal lontano 1890, il veicolo ribattezzato Kan dalla stampa ma di cui in realtà non si conosce con assoluta certezza il vero nome esibiva un design gradevole nonostante l’impiego faticoso e pesante a cui era stato assegnato.
Il mezzo, più simile ad un Monster Truck che ad un tipico trattore agricolo a dirla tutta, venne progettato con particolare attenzione a due fattori: la linea che i progettisti volevano fosse più piacevole anche allo sguardo del semplice visitatore all’Expo di quell’anno e la comodità per il pilota. Pensate che la cabina del mezzo a cui si accedeva dal retro tramite un portellone orizzontale era fornita di aria condizionata e numerosi altri comfort inediti per un mezzo del genere.
Purtroppo però, il prototipo non ebbe nessun tipo di seguito e ad oggi non si sa nemmeno se e dove si trovi. Probabilmente, nonostante le buone intenzioni, Kubota relegò il modello all’oblio in favore di mezzi meno comfortevoli e gradevoli ma più economici e funzionali. Resta però una testimonianza interessante dell’ingegno giapponese, capace di vedere da un’altra prospettiva anche un banale trattore.
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