Tra le tante stranezze che abbiamo visto sulle strade europee ed americane negli anni questa potrebbe essere la più assurda di tutte. Date un’occhiata a questo progetto mai del tutto finalizzato di un folle inventore.
Quando si costruisce un’automobile, ci sono ovviamente delle regole da rispettare. O meglio, se volete che la vostra creazione sia catalogata come “automobile” e non come triciclo, moto o simili deve avere quattro ruote, un motore…insomma, ci siamo capiti. Ma per quanto riguarda il design? Beh, come hanno dimostrato tanti progettisti estroversi nella storia l’unico limite è la fantasia anche se ci sono progetti più vincenti di altri.
Per quanto la sua concezione sia interessante e fuori dalla norma ad esempio, la Dymaxion car non si è rivelata un progetto adatto alla produzione in serie anche se per l’epoca, rappresenta un imponente sforzo di progettisti e costruttori. Non l’avete mai sentita nominare? Beh, rimediamo subito. Correva l’anno 1933 quando in piena Grande Depressione l’architetto americano Buckminister Fuller disegnò questo particolare e curvilineo veicolo.
Il concetto alla base del Dymaxion è quanto mai moderno ed interessante. Si trattava nella mente del progettista di una piattaforma per un “amni-veicolo” ossia un mezzo che con alcuni ritocchi poteva trasformarsi in automobile, aeroplano e perfino in una piccola imbarcazione. Ma a volte, è meglio concentrarsi sul fare bene una singola cosa piuttosto che sforzarsi di farne tante insieme. Questo interessante concept ne è la prova.
La Dymaxion attirò l’interesse di alcuni investitori nonché del grande pubblico che desiderava saperne di più sulla bizzarra creazione di Fuller. Pensate che il mezzo disponeva pure di una sorta di timone posteriore simile alla pinna caudale di un pesce: del resto, con una lunghezza di oltre sei metri, un intervento simile per rendere il mezzo più maneggevole era necessario.
In totale vennero costruiti tre prototipi del Dymaxion, equipaggiati con un motore Ford V8 che permetteva al mezzo di muoversi a velocità discrete. La presentazione venne però funestata da un tragico evento: uno dei prototipi fu coinvolto in un incidente uccidendo il pilota che lo stava collaudando. Nonostante ciò, il mezzo venne ritenuto sicuro per essere guidato in strada anche se lo stesso Fuller ammise che il mezzo: “Necessitava di importanti modifiche prima di essere messo in produzione”.
Ma alla fine, non se ne fece niente e come tante storie simili, l’avventura del Dymaxion si conclude qui. Nel 2010, un gruppo di appassionati hanno ricostruito il prototipo andato distrutto nell’incidente mortale degli anni trenta, seguendo alla lettera le specifiche di Fuller. Il risultato? Lo potete ammirare in queste pagine.
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