Il mondo dell’automobilismo cambia di continuo, soprattutto sul fronte elettrico. Ed a proposito, le ultime news a riguardo sono allarmanti. Le auto elettriche nel mirino ancora una volta.
Come sappiamo bene, di recente sono stati lanciati gli incentivi che possono aiutare milioni di automobilisti nella scelta di un’automobile ecosostenibile e non solo. Ma non è così dappertutto, dato che in Inghilterra è stato deciso di toglierli. Perlomeno, la decisione riguarda le automobili elettriche. Rimangono invece in vigore gli aiuti per furgoni, taxi e moto della stessa tipologia.
L’unica possibilità di potere ffettuare acquisti è la seguente: devono essere stati effettuati nei due giorni precedenti l’annuncio e le pratiche devono essere state inoltrate nelle settimane scorse. Una decisione un po’ sorprendente, anche se frutto di una strategia che ha visto il governo guidato da Boris Johnson ridimensionare a più riprese il programma di incentivi. Scopriamone il motivo.
Per quanto riguarda l’Inghilterra, vige la convinzione che il mercato delle automobili elettriche sia maturo e che non necessiti più di una “spinta” a suon di bonus. Prima di questa importante scelta, l’erogazione era stata limitata alle sole auto elettriche fino ad un prezzo di 32.000 sterline (circa 37.500 euro) per un bonus di 1.500 sterline.
Ma perché? Il governo britannico ha spiegato che i successivi tagli a sussidi e al numero di auto ammesse non hanno avuto un impatto significativo sulle vendite e sulla gamma di modelli, in entrambi i casi in grande crescita. E così, in Inghilterra sono stati impegnati trecento milioni di sterline (circa 350 milioni di euro) “solo” per l’acquisto di furgoni, taxi e moto. Trudy Harrison, segretario di stato ai trasporti, ha dichiarato a riguardo che i finanziamenti del governo devono essere investiti dove hanno il maggiore impatto.
E l’Italia? In Italia, la situazione è decisamente diversa rispetto all’Inghilterra. Il mercato dell’elettrico è infatti lontano dall’aver raggiunto tale “apice”, con una quota del 3,7% che rappresenta un terzo di Regno Unito, Germania e Francia. Nemmeno gli incentivi stanno riuscendo a cambiare questo trend.
Anche perché sono state escluse le aziende, che di fatto rappresentano da sempre due terzi degli acquisti, il che non cambierà prima del 2023. Peraltro, il timore che la scarsa disponibilità di auto non permetta la consegna entro i 180 giorni previsti dalla norma, sta frenando concessionari e potenziali acquirenti. Un flop che ci consegna al fondo della griglia ddell’intero mercato europeo.
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