L’auto elettrica è il futuro, fa risparmiare benzina e tutto il resto, perfetto. Ma dovremo pur ricaricare questi veicoli in qualche modo, giusto? I dati sono incoraggianti ma ci sono ancora dei problemi da risolvere…
Le auto elettriche dal 2035 andranno inevitabilmente a costituire il grosso delle vetture circolanti in Italia, non c’è molto da discutere. Le normative europee che entreranno in vigore tra una decina di anni infatti stabiliscono che come primo passo per contrastare il riscaldamento globale dovuto all’inquinamento ambientale è aumentare progressivamente il numero di vetture Green circolanti in tutti gli stati membri.
Si potrebbe scrivere un trattato sulla questione delle auto elettriche e sulla sostenibilità o meno di questa transizione nel futuro immediato ma oggi parliamo di un altro problema. La questione delle stazioni di ricarica per auto Green è importante almeno quanto l’aumento di modelli elettrici sul mercato. E’ un discorso basilare: se non ho modo di caricare la mia auto elettrica, perché mai dovrei comprarla?
Un’inchiesta di Inside Evs, portale dedicato al mondo delle auto elettriche, riassume la situazione italiana sotto questo aspetto in modo efficace: la buona notizia è che stiamo assistendo ad un progressivo aumento delle stazioni o colonnine di ricarica, che dir si voglia, nelle città italiane. Ma ci sono anche brutte notizie, purtroppo.
Secondo il reportage in Italia nei primi mesi del 2022 abbiamo contato ben 28.000 colonnine di ricarica in tutto il paese, circa 2.000 in più rispetto a quelli aperti in tutto il 2021. Dati molto incoraggianti che fanno registrare una crescita del 7% in merito alla distribuzione di stazioni per la ricarica delle elettriche. Quello che crea problemi però è il lento processo di allacciamento delle stesse alla rete elettrica: almeno il 12% di queste nuove stazioni infatti aspetta ancora di essere attivato e non è funzionante.
Tra le colonnine attive, si registra una discreta mancanza di strutture a corrente continua che sarebbero più rapide di quelle classiche a corrente alternata. Il rapporto è schiacciante e vede il 93% delle seconde contrapposte alle prime. Delle 28.000 stazioni poi, il 77% si colloca nella fascia di potenza tra i 7 ed i 43 kw complessivi.
Adesso, quello che forse è il problema peggiore. Purtroppo, anche in questa transizione si registra uno squilibrio di risorse tra nord, centro e sud del paese. Il 57% delle stazioni di ricarica si trovano nel nord Italia mentre il restante 43% è diviso non equamente tra centro e sud. Le regioni più “fornite” rimangono Lombardia, Piemonte e Lazio con Roma e Milano che guidano la classifica delle città più “vivibili” per un’automobilista dotato di un mezzo simile.
Quest’anno – almeno al momento – abbiamo insomma assistito ad una crescita importante ma ancora non omogenea, come conferma la piattaforma Motus-E che scrive: “E’ un dato incoraggiante. Bisogna raggiungere una migliore uniformità in futuro”. Vedremo con quali cifre chiuderemo l’anno. Nel frattempo, speriamo di avervi dato un’idea generale di come sta andando questa difficile ma necessaria transizione ecologica.
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