Il mondo delle automobili sta per essere travolto da un’onda di rivoluzione mai vista. Ma non tutto è ancora detto, cosa sta accadendo davvero in queste ore.
Quanto sta succedendo in tutta Europa per quanto riguarda il futuro dell’automobile, è per certi versi rivoluzionario. Ci riferiamo allo stop della vendita di auto alimentate a benzina e diesel fortemente voluto dall’unione europea e che entrerà in vigore a partire dal 2035. Tale emendamento però continua a far discutere, eccome se fa discutere.
Ad esempio, il governo italiano è contro a questa decisione. Lo conferma Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico, che nel corso di un’intervista a “Il messaggero” è arrivato ad utilizzare parole davvero forti per definire una decisione certamente epocale. “Eutanasia della nostra industria”, ha specificato riferenosi allo stop delle vendite di veicoli a benzina e diesel. La ritiene peraltro pure una scelta ideologica oltre che una grande delusione.
Secondo il ministro Giorgetti, tale scelta avrà un impatto a dir poco negativo sull’Italia. L’onorevole ha sottolineato che non si può fare finta di niente e non evidenziare problematiche e preoccupazioni di imprenditori e lavoratori. L’uomo infatti evidenzia il rischio di dover fare i conti con la sempre più rilevante presenza dell’Asia e in particolar modo della Cina dal punto di vista automobilistico.
L’Europa corre il serio rischio di perdere l’autonomia produttiva per il settore delle quattro ruote diventando così sempre più dipendente dalle forniture in arrivo dai mercati asiatici. Lo stop alla vendita di auto alimentate e a benzina e diesel rimane perciò un argomento molto caldo per il settore in questione.
In ogni caso, la strada tracciata dall’UE sembra non prevedere alcun tipo di marcia indietro. Dopo il primo sì arrivato dal parlamento europeo, il prossimo step sarà il consiglio ambiente del 28 giugno. Qui, gli stati membri indicheranno la propria posizione in attesa del trilogo, la trattativa finale con le istituzioni europee. Tale passaggio di consegne che vedrà l’elettrico in prima linea porterà inevitabili conseguenze, come spiegato dal ministro Giorgetti. Ma siamo sicuri che la partita finisca qua?
In attesa delle trattative conclusive che riguardano il futuro dell’automotive, l’Italia sembra pronta a spingersi oltre le sole critiche di questi giorni. Federico D’incà, ministro per i rapporti con il parlamento, ieri si è presentato alla camera per rispondere ad una interrogazione di alcuni deputati di Forza Italia.
Ad una domanda in particolare, quella sui piani per far cambiare idea all’Europa, ha risposto che la discussione in merito al futuro dell’automotive resta centrale e sarà oggetto di negoziato in occasione del consiglio dei ministri dell’ambiente del prossimo 28 giugno.
Il governo italiano – continua D’Incà – vuole un compromesso che consenta di mantenere elevato il livello di riduzione delle emissioni, ma anche salvaguardare la neutralità tecnologica per accompagnare il percorso di transizione della filiera produttiva al meglio. Difficile dire come andrà a finire. L’obiettivo è chiaramente quello di evitare la perdita di molti posti di lavoro da qui ai prossimi anni, oltre ad una eccessiva dipendenza dalle aziende asiatiche.
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