Fare rifornimento carburante è ormai diventato davvero dispendioso e sta creando non pochi problemi a molte famiglie. Prima di scegliere il distributore dove servirsi è importante prestare la massima attenzione: il rischio frode può essere davvero dietro l’angolo.
La corsa verso l’alto dei prezzi carburante non accenna a fermarsi e la situazione non sembra essere destinata a terminare in tempi brevi. Nemmeno il taglio delle accise, in vigore fino al prossimo 8 luglio, ha risolto almeno parzialmente il problema. Anzi, ora che la data si avvicina sarebbe quanto mai necessario che il governo pensasse a un altro provvedimento. Almeno per ora non ci sono però notizie a riguardo.
Il conflitto in corso in Ucraina ormai da settimane non ha contribuito a migliorare la situazione, al punto tale da avere concretizato uno spettro che a molti faceva paura: arrivare a un costo superiore ai 2 euro per il carburante. Nonostante questo, anche in una situazione come questa non mancano gli speculatori, alcuni dei quali individuati dalla Guardia di Finanza.
Fare rifornimento alla propria auto è inevitabile, ma certamente verrebbe difficile pensare di andare incontro a una vera e propria truffa anche in questi casi. E invece si tratta di una situazione più frequente di quanto si possa pensare.
A mettere in evidenza il quadro sono stati i continui rilievi sul territorio da parte della Guardia di Finanza. Gli agenti sono attivi proprio per stanare chi non rispetta le norme in vigore a spese dei cittadini. Pur non avendo ancora tagliato il traguardo di metà 2022, sono già 690 le violazioni rilevate dalle Fiamme Gialle su 1.320 interventi di controllo ai distributori.
L’operazione ha portato a mettere in evidenza due diversi tipi di irregolarità: mancata comunicazione obbligatoria al ministero dello Sviluppo economico del costo alla pompa di benzina e non esposizione dei prezzi, che dovrebbero essere ben visibili agli automobilisti. In diversi casi sono state rilevate anche vere e proprie frodi, che finiscono per danneggiare non solo i clienti, ma anche gli operatori che lavorano nel rispetto delle norme.
A conferma del modo di agire scorretto c’è quanto emerso da quella che viene definita “Operazione Oro Nero”. A Pescara sono stati infatti rilevati fornitori nazionali ed europei che vendevano il carburante a distributori indipendenti a un prezzo solo apparentemente a valori di mercato ma reso concorrenziale grazie all’utilizzo di finte società
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