FCA ha confessato tutto, come abbiamo detto, il che le comporterà di dover pagare oltre 354 milioni di euro di sanzioni. Inoltre, verrà sorvegliata per tre anni; collaborerà alle ulteriori indagini dell’amministrazione statunitense sul Dieselgate. Stellantis ha voluto fare chiarezza, attraverso un comunicato in cui spiega proprio che FCA ha raggiunto un accordo riguardante motori diesel venduti fra il 2014 e il 2016.
A ciò va aggiunta una dichiarazione di colpevolezza della società, una multa di 96,1 e un’ammenda di 203,6 milioni di dollari nei suoi confronti. Tutto ciò, va a toccare i guadagni ottenuti grazie a quei mezzi finiti sotto esame. Inoltre, dalle indagini effettuate, è stata accertata una campagna pubblicitaria specifica di marketing per poter vendere le auto contraffatte da parte di FCA Usa.
Kenneth A. Polite, viceprocuratore generale della divisione penale del dipartimento di Washington, ha spiegato che l’azienda ha ideato una specifica campagna di marketing per vendere questi veicoli ai consumatori degli Stati Uniti, come se si trattasse di auto Ecodiesel. Tuttavia, però, la realtà era decisamente un’altra; infatti erano stati installati software illegali e intraprese condotte contro la legge per aggirare i test e aiutare tali mezzi a “rispettare” gli standard di emissioni richiesti.
Ma appare decisamente chiaro che così non è andata affatto. FCA – e quindi Stellantis – sarà obbligata a pagare a carissimo prezzo questo comportamento. Il procedimento era stato aperto a gennaio 2017. All’epoca, le accuse rivolte furono commentate dall’ad Sergio Marchionne come “Sciocchezze allo stato puro”.
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