Questa è un’auto leggendaria, detentrice di record e che a Maranello rimarrà nella storia: ecco il lavoro brasiliano
Chi l’ha detto che per produrre macchine importanti servano capannoni industriali o enormi gigafactory? Si può fare molto anche con una piccola officina, tanta inventiva e buona volontà. La prova è ciò che è avvenuto in Brasile e che vi raccontiamo.
La Ferrari F40 è un’auto sportiva prodotta dalla casa automobilistica di Maranello, virtuale erede della Ferrari 288 GTO Evoluzione, costruita tra il 1987 e il 1998. Il disegno della carrozzeria è stato realizzato dallo studio Pininfarina da Aldo Brovarone e Leonardo Fioravanti sotto la guida di Nicola Materazzi (che progettò motore, cambio e altre parti meccaniche della vettura e aveva in precedenza disegnato la carrozzeria della 288 GTO Evoluzione, dalla quale l’F40 riprende numerosi tratti stilistici) e Pietro Camardella.
Nasceva, quindi, con l’obiettivo di celebrare i primi 40 anni di attività del Cavallino Rampante, un brand che ha reso l’Italia famosa in tutto il mondo. E’ stata l’ultima Ferrari con motore turbocompresso. Ma non la ricordiamo solo per questo.
Era, infatti, costruita con vari materiali: il kevlar per il telaio, le fibre di vetro per la carrozzeria, resine aeronautiche per i serbatoi e il plexiglas per i finestrini laterali. Al momento della sua presentazione era l’auto stradale più veloce mai costruita con i suoi 324 km/h dichiarati. Spesso, peraltro, sensibilmente superati in vari test. Record poi battuto nel 1991 dalla Bugatti EB 110. Ora questa vettura leggendaria rivive in Brasile.
L’opera di Renato Castilho
All’interno di un piccolo capannone, l’imprenditore Renato Castilho ha lavorato per anni e speso un bel po’ di quattrini. Ma stava lavorando a un sogno. E, allora, sia il tempo, sia i soldi, diventano ben impiegati. Ha così dato vita ad una fedele replica della mitica Ferrari F40.
L’impresa, frutto della passione per lo sport, ha richiesto centinaia di ore trascorse in officina. Notti insonni ad esaminare i manuali di manutenzione, molto tempo dedicato all’estrazione virtuale di parti e persino allo sviluppo di strumenti specifici.
Nel periodo, il costruttore stima di aver investito nell’hobby circa 300.000 reais, che, con il cambio attuale, sono circa 58mila euro. Quando ha iniziato l’impresa, però, non aveva idea di quanto avrebbe speso, ma solo la certezza di volere qualcosa di esclusivo. Perché, quindi, acquistare un’auto finita, se la si può costruire autonomamente?
Castilho è appassionato di automobili fin da bambino e ha voluto fare anche il meccanico, prima che si definisse il suo percorso professionale. Non gli bastava restaurarne una vecchia o prendersi cura di un’auto sportiva acquistata in negozio. Voleva sporcarsi le mani e costruirne una da solo.
Ha deciso, così, di replicare una F40 perché, per Castilho, il modello è quello che meglio rispecchia lo spirito di sportività di un’auto. L’idea iniziale era quella di acquisire telaio e carrozzeria già pronti, da fare solo alla meccanica e alle rifiniture, ma il lavoro di un’azienda specializzata in repliche ha lasciato un po’ a desiderare. Castilho ha dovuto ricominciare da capo. Ma non si è mai arreso.
Nel tempo, ha appreso le tecniche di modellazione e costruzione di telai. Invece del V8 biturbo da 2.9 litri, Castilho ha montato un V6 biturbo da 4.2 litri, prelevato da un Ford F-250 e assemblato con sospensioni personalizzate. Sprigiona 400 CV a 4500 g/min e 510 Nm di coppia massima a 2250 g/min ed è accoppiato a un cambio manuale a 5 rapporti e alla trazione posteriore.