Ci sono davvero tantissime multe che vengono comminate ogni giorno, dalla più pesante alla meno salata. Questa in particolare, appartiene alla seconda categoria ed è davvero “bizzarra”.
Far salire in’auto una prostituta, dal punto di vista legale, è possibile? Di sicuro, è illegittimo impedire ad un’automobilsita di permetterglielo. Non si può infatti effettuare alcuna multa, perché per l’appunto non è lecita causa eccesso di potere. Eppure, una norma del regolamento di polizia locale del comune di Brescia sanzionava con addirittura 500 euro tale azione dell’automobilsita.
Per le forze dell’ordine, un utente non si doveva fermare su una via pubblica per far salire una prostituta perché “intralcia il traffico”. Una motivazione che va a toccare la sicurezza pubblica, e quindi lo stato. Ecco perché, un caso risalente al 2015, è diventato di interesse nazionale.
Automobilista fa salire in auto una prostituta: non è reato
Nell’agosto 2015, una pattuglia della polizia di Brescia contesta ad un’automobilista la violazione del regolamento comunale perché fermatosi per far salire in macchina una prostituta. L’uomo si becca una multa di 500 euro, ma la storia non finsice affatto qui. Già, perché lo stesso fa ricorso presso un giudice di pace proprio contro tale norma.
E ne contesta l’illegittimità chiedendo che la multa venga annullata. Per difendersi, il comune ricorre ad una sentenza del TAR – che rigetta un ricorso finalizzato a ottenere l’annullamento della norma che il conducente avrebbe violato. Il giudice di pace annulla l’ordinanza per disapplicazione del regolamento comunale della polizia.
Il comune fa appello a tale decisione, ma il tribunale lo respinge perché non riconosce la sentenza del TAR. La prostituzione, dopotutto, non costituisce un’attività illecita. E quindi non si può creare regole contro la prostituzione, se non mediante leggi statali. Una tipologia di attività economica che sarà contraria al “buon costume”, ma non di certo alla legge.
Insomma, un eccesso di potere bello e buono. Un sindaco non può affatto intervenire a riguardo, perché non è materia del comune ma bensì dello stato.
Ricordiamo, infine, proprio che la prostituzione rientra tra le attività economiche e può essere limitata solo da norme statali come del resto ha sancito la corte di giustizia europea. Tale regola vale pure se giustifica la tutela di un cittadino, perché sempre competenza dello stato rimane. Insomma, la legge è uguale per tutti. E chiaramente, questo caso non è un esempio di corretta applicazione della stessa.