Viene chiesto (o, forse, meglio dire ordinato) ai dipendenti di spostarsi per un biennio in Europa per potersi aggiornare. Altrimenti, tutti a casa
Tempo di grandi rivoluzioni per il colosso Stellantis. Non tutte, però, sono particolarmente piacevoli per i lavoratori. Negli scorsi giorni, infatti, ai dipendenti è arrivato un ultimatum da brividi. E, ci chiediamo, chi ha famiglia come potrà fare?
Ma Stellantis tira dritto. Negli scorsi giorni ha sottoscritto con Samsung Sdi degli accordi vincolanti e definitivi per la realizzazione di un impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici a Kokomo (Indiana), negli Stati Uniti. L’impianto, che dovrebbe diventare operativo nel 2025, avrà una capacità produttiva annuale iniziale di 23 gigawattora (Gwh), con l’obiettivo di aumentare a 33 Gwh negli anni successivi. La joint venture investirà oltre 2,5 miliardi di dollari (2,3 miliardi di euro) e creerà 1.400 nuovi posti di lavoro a Kokomo e nelle aree limitrofe.
Una partnership importante che arriva proprio nei giorni in cui sono stati consegnati i primi tre esemplari dell’Alfa Romeo Tonale Edizione Speciale. E nei giorni in cui è arrivato l’annuncio che l gruppo automobilistico Stellantis presenterà una serie di progetti destinati al mercato delle auto elettriche in cui intende investire nei suoi tre impianti spagnoli di Vigo, Figueruelas (Saragozza) e Madrid.
Ma queste sono le buone notizie che arrivano sullo sviluppo e la crescita di Stellantis. Vi sono invece vicende che riguardano i suoi dipendenti e che, di certo, non faranno dormire sonni tranquilli. Ecco cosa il colosso ha “ordinato” ai lavoratori.
Il diktat di Stellantis
Una scelta che, siamo certi, aumenterà le frizioni tra il Gruppo e i Sindacati che, in ogni parte del mondo, sono sempre piuttosto critici circa le politiche adottate dal colosso dell’automotive. I dipendenti, infatti sono stati messi di fronte a un aut aut: due anni all’estero per aggiornamento continuo nel campo delle vetture elettriche, oppure un programma d’uscita e conseguente perdita del lavoro.
Le conseguenze sulle vite di queste persone sono facilmente intuibili. Più semplice per i giovani lavoratori, che magari non hanno ancora messo su famiglia. Ma assai più complicato per i dipendenti che hanno forti legami territoriali e che dovrebbero, sostanzialmente, abbandonare i propri affetti.
Comunque sia, sembrerebbe che già un quarto dei dipendenti cui è stato proposto il piano si sia mostrato disponibile. “Già oltre 100 dipendenti hanno accettato di lavorare in altri impianti Stellantis in Europa. I colloqui saranno condotti nei prossimi giorni” si legge su una nota stampa.
Accade tutto nell’impianto di Kragujevac, in Serbia. Lì si montano le Fiat 500L sono impiegati 2.000 operai. L’impianto di Kragujevac sarà particolarmente ammodernato e destinato alla produzione di vetture elettriche. Per questo, quindi, viene chiesto (o, forse, meglio dire ordinato) ai dipendenti di spostarsi per un biennio in Europa per potersi aggiornare. Altrimenti, tutti a casa.