Non pensiate che la presenza di un singolo autovelox comporti, automaticamente, l’arrivo di una multa. Ecco come “salvarsi”
Sono l’incubo degli italiani. Sia quando si spostano per le vacanze, sia quando sono costretti a percorrere lunghi tratti in auto per motivi di lavoro. Le multe da autovelox vanno spesso a incidere sul costo di una vacanza oppure sul bilancio mensile di una famiglia.
Ma vediamo il lato positivo. Non pensiate che la presenza di un singolo autovelox comporti, automaticamente, l’arrivo di una multa. Vi sono dei parametri da rispettare, quali la taratura e la ciclica revisione del congegno. Tematiche di cui vi abbiamo parlato spesso. Oggi, però, vi daremo qualche ulteriore dettaglio.
Intanto, facciamo un piccolo riepilogo delle sanzioni che si rischiano con gli autovelox. Per chi supera il limite rimanendo entro i 10 km/h, la multa va da 42 a 173 euro o da 46 a 224 euro, se il superamento del limite viene registrato di notte. Fino a 40 chilometri orari, le multe vanno da 173 a 694 euro e da 224 a 898 euro di notte. In questo caso si perdono anche 5 punti della patente.
Superando il limite fino a 60 km/h si dovrà pagare da 543 a 2.170 euro e da 702,67 a 2.810,67 euro se l’infrazione è commessa di notte. Inoltre, 10 punti in meno sulla patente. Multe stratosferiche, invece, per chi supera di oltre 60 chilometri orari il limite consentito: da 845 a 3.382 euro, o di notte, da 1.094,67 a 4.382,67. In questo caso si rischia anche la sospensione della patente per un anno.
L’Italia, tra le tante cose, è il Paese degli avvocati. Quasi ogni famiglia ne ha uno. Per questo le multe, spesso, vengono contestate. Mai nessuna multa come quella proveniente dagli autovelox può scatenare una guerra di ricorsi. Perché le regole e le scriminanti sono numerose.
Avendo già trattato diverse volte la questione relativa alla corretta notifica della multa o alla taratura dell’autovelox, oggi concentriamoci sul posizionamento del congegno. Gli autovelox, infatti, non possono essere posizionati “a caso” e “ovunque”. Vi sono regole stringenti per gli automobilisti, ma anche per lo Stato che posiziona gli autovelox.
Quando l’autovelox è illegittimo
Oggi ci concentreremo sugli autovelox posizionati al lato della carreggiata. E, come vedrete, molto dipende dal tipo di strada in cui il sistema è presente e attivo. Innanzitutto – è questo è un fatto notorio – gli autovelox devono essere visibili e adeguatamente segnalati, come sancito dall’articolo 142 del Codice della Strada al suo comma 6 bis.
Sui tratti autostradali e sulle strade extraurbane principali l’autovelox può essere messo in qualsiasi punto (sempre previa segnalazione). E non è necessaria la presenza costante delle forze dell’ordine. Sulle strade extraurbane secondarie e sulle strade urbane di scorrimento, invece, l’installazione dell’autovelox richiede un decreto di autorizzazione emesso dal Prefetto. Oppure una presenza fisica delle forze dell’ordine. Se non sussistono questi elementi, l’eventuale multa può essere impugnata con successo.
Un elemento fondamentale per stabilire la legittimità dell’autovelox al largo della carreggiata è la presenza della banchina laterale, spazio laterale ed eventuale della strada, che si trova al margine destro, oltre la linea bianca continua che delimita la carreggiata, e può avere varie funzioni, dal transito pedonale alla sosta di emergenza. La banchina (che dev’essere larga almeno un metro) identifica la strada come urbana scorrimento. Fondamentale, quindi, per capire se sia necessaria l’esistenza o meno del decreto prefettizio.
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione l’autovelox è illegittimo se posizionato su una strada che non ne abbia le caratteristiche per averlo. Quindi, la multa è nulla se la strada è senza banchina.