Il lupo perde il pelo ma non il vizio…ecco come una casa cinese ha creato il “suo” primo mezzo elettrico che strizza l’occhio, anzi, il fanale ad una nostra vecchia conoscenza. Non sono uguali?
E’ un copione che abbiamo visto decine di volte, forse centinaia senza esagerare: una casa cinese si affaccia sul mercato delle auto che è sempre più affollato e saturo di idee e, non avendo forse denaro o tempo per investire in un team di progettisti decente, decide di copiare il design di un’automobile già esistente e molto più famosa della propria.
A volte queste imbarazzanti situazioni finiscono male per il truffatore come nel caso delle copie della Piaggio Vespa vendute anche in Italia che hanno ricevuto un bando dal nostro paese o quello della finta Land Rover cinese esclusa dal mercato europeo in toto. Altre volte però, il plagio la fa franca, specie quando l’auto viene venduta su mercati orientali che hanno regole ben diverse dalle nostre.
Un caso davvero poco noto ma che vale la pena di documentare riguarda la Renault Twizy. Ebbene si, anche la povera, piccola elettrica della casa francese ha subito una spudorata copia: introdotta nel 2011, la Twizy è ufficialmente catalogata come quadriciclo elettrico, cosa che le permette di circolare su strada. In un grande mercato globale però, non è mai arrivata e c’è chi se n’è subito approfittato.
La copia di oggi è praticamente sconosciuta in Europa: plausibile, dato che da noi non è mai arrivata. La casa cinese Rayttle ha approfittato dell’assenza della Renault Twizy sul mercato cinese per proporre la sua, personalissima interpretazione della piccola vettura elettrica a basso costo. Il risultato però è piuttosto scandaloso.
Il marchio ha presentato la Rayttle E28, prodotta da una branca della più grande industria del Celeste Impero nota come Zhejiang Litong New Energy Automobile Corporation. L’automobile di cui si trova poco e niente sul web è stata scoperta da alcuni fotografi che hanno diffuso le incredibili immagini – compresa quella qui sopra – sul web, svelando l’ennesimo plagio senza scrupoli.
Che c’è da dire su quest’auto? E’ davvero identica alla Twizy, stavolta non si sono nemmeno preoccupati di modificare quel minimo sindacale le forme per renderla leggermente diversa dalla sua controparte francese. Del resto, non vendendo la Twizy in Cina, la Renault ha evitato di perdere tempo con una querela costosa e dal risultato incerto dato che in Cina il governo sembra molto tollerante verso pratiche di questo tipo. Un’auto di poco conto realizzata con poca fantasia ed inventiva, insomma.
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