Vi siete mai chiesti se alla base della concezione di certe supercar leggendarie ci sia un’idea comune? Forse, in questo caso esiste. Ecco a voi la concept car che ha rivoluzionato il modo di fare le sportive.
Come si definisce un’automobile iconica nel suo genere? Ci sono vetture come la Lamborghini Countach, la Ferrari F40 o la Dodge Viper per citare un esempio estero che sembrano essere nate per incarnare il senso stesso di una supercar. Difficile trovare le parole per esprimere la sensazione che si prova guardando una supercar e trovandosi a pensare “Ma come diavolo se la sono inventata?”.
Quello che un normale appassionato a volte ignora però è che dietro la progettazione di una vettura, di una supercar in particolare, c’è sempre un lavoro enorme che spesso dura anni ed anni. Sapete quante concept car non raggiungono mai la produzione in serie ma servono come banco di prova per auto che in seguito faranno la storia?
Proprio così, certi modelli di auto nascono per fare “il lavoro sporco”. E’ successo negli ultimi vent’anni con case come BMW e Peugeot che hanno presentato moltissimi prototipi elettrici prima di arrivare a concepire automobili eco friendly anche per la produzione in serie. E soprattutto, è successo a fine anni sessanta con una casa italiana che ha dato una grossa mano alla creazione di certe, mostruose super auto iconiche.
Tutto merito della biscia
Correva l’anno 1968 quando Alfa Romeo presentò un progetto destinato a cambiare per sempre il modo di concepire la supercar italiana. All’epoca, la linea a cuneo iniziava già ad affacciarsi sul mercato del design delle automobili che avrebbe governato per tutti gli anni settanta. L’Alfa Romeo Carabo, nata sul telaio di un’altra famosa supercar del Biscione, sarebbe stata lo spartiacque in questo cambio generazionale.
Presentata al Salone di Parigi, la Carabo esibiva una linea all’avanguardia, di rottura rispetto alle curve morbide tipiche degli anni sessanta. Sotto il cofano o meglio al centro del telaio, rombava un motore V6 da oltre 200 cavalli che avrebbe potuto teoricamente spingere l’auto a 220 chilometri orari grazie al suo peso inferiore alla tonnellata.
La Carabo sarebbe rimasta un prototipo ma la sua eredità è andata tutt’altro che persa. Come ricorda Hot Cars infatti, l’auto è stata la base di partenza per due leggende prodotte dalla Lamborghini, la Countach e la Diablo. Non solo. Fate un gioco: prendete un elenco di supercar degli anni settanta e bevete un goccio ogni volta che una vettura vi ricorda la linea della Carabo: ne uscirete totalmente ubriachi!
Conoscevate l’importanza di questa concept car?