Solitamente, una rara muscle car come questa dovrebbe trovarsi al sicuro in un museo o in un garage di qualche appassionato. Eppure, l’hanno trovata in fondo a un fiume e non è stato facile…
Domanda: cosa ci fa quello che rimane di una muscle car che ha fatto la storia tra i flutti del Tulatin River, corso d’acqua che scorre vicino Portland in Oregon? La risposta la stanno cercando pure i giornalisti americani che hanno documentato foto dopo foto il ritrovamento di una vettura davvero famosa e ricercata dai collezionisti che per qualche circostanza ignota è finita sul fondo del fiume.
Forse, la povera Ford Mustang della prima generazione ritrovata nel fiume poco tempo fa era stata rubata da qualcuno: “I finestrini erano intatti, poteva tranquillamente esserci qualcuno dentro. Un cadavere nel bagagliaio” racconta uno dei sommozzatori che ha preso parte al recupero della muscle car, rivelatosi decisamente difficile sotto tutti gli aspetti.
La vettura appartiene alla prima serie della famosa pony car ed è stata costruita precisamente nel 1973, ultimo anno di produzione per la Mustang I che sarebbe presto stata sostituita dalla seconda serie, ricordata come uno dei sequel automobilistici più deludenti di sempre. Ma scopriamo come hanno fatto le autorità di Portland ad estrarre ciò che rimaneva dell’auto dalle acque del torrente.
Tanta, tanta pazienza
L’auto si trovava sul fondo del fiume e per di più era capovolta, il che ha reso il recupero un incubo perchè ogni scossone – a causa della ruggine – poteva finire per spezzare in due la vettura. Per questo come prima cosa, un gruppo di sommozzatori ha legato alla Mustang una serie di palloni galleggianti capaci di tenere a galla un peso di 680 chilogrammi.
Nel corso della prima fase, tutto è andato bene. Quando però un paio di carri attrezzi hanno provato a trainare l’auto fuori dal pantano, c’è stato un incidente: il motore dell’auto ha sfondato la carrozzeria ormai debilitata dall’esposizione agli elementi dell’auto, trascinandola tra le rocce dove si è incastrata. Alla fine, sono serviti due giorni di lavoro per trascinare quello che rimaneva della vettura fuori dal fiume.
Nonostante le pessime condizioni dell’auto rendano impensabile un restauro, l’operazione ha un significato molto importante. Infatti, l’obiettivo dei sommozzatori e del resto del team di recupero era prevenire la contaminazione del fiume, rimuovendo il rottame arrugginito.
Un vero peccato che questa bellissima auto sia dovuta finire così, passando oltre 40 anni sul fondo del Tulatin. Il mistero su come l’auto sia finita in acqua rimane ma almeno, non sembra sia stata coinvolta in fatti di sangue: “Confermo, non ci sono scheletri a bordo”, ha scherzato uno dei sommozzatori quando l’auto è stata trainata a riva.