Vi spieghiamo come scatta il raggiro. Fate molta attenzione perché le prossime vittime di questa truffa potreste essere proprio voi!
Si tratta di uno dei raggiri più diffusi in Italia. In tanti lo hanno già subito. E molti altri adesso temono di finire nella rete. Occorre un giro di vite perché gli automobilisti iniziano a essere davvero terrorizzati. Ecco cosa succede: fate attenzione!
L’ultimo caso appena pochi giorni fa, allorquando i carabinieri della stazione di Capraia e Limite (Firenze) hanno denunciato in stato di libertà per truffa in concorso un 46enne ed un 18enne residenti in Sicilia, ma di fatto senza fissa dimora, censurati, e poi li hanno arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.
I due uomini, padre e figlio, sono stati fermati alla guida di un’autovettura sportiva e, in base agli elementi raccolti, si ritiene avessero appena messo in atto la truffa ai danni di un pensionato di 74 anni. Una volta scoperti, i due hanno accelerato dandosi alla fuga e abbandonato poco il mezzo. Il loro tentativo di far perdere le proprie tracce, però, non è andato a buon fine.
I militari dell’Arma, alla fine, sono riusciti a individuare i due nascosti nella folta vegetazione sull’argine del fiume Arno. Nel corso delle operazioni di identificazione i due uomini hanno nuovamente tentato la fuga, opponendo anche attiva resistenza con calci e spinte all’indirizzo dei militari, venendo infine bloccati ed arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.
La truffa dello specchietto
Nel caso che abbiamo menzionato, il 74enne aveva già consegnato ai due malviventi del denaro contante per un asserito danno provocato ad uno specchietto retrovisore esterno del mezzo mentre era alla guida della propria autovettura.
Ma cos’è la truffa dello specchietto? E’ molto semplice. Chi vuole truffarvi sostiene che la vostra autovettura in marcia abbia rotto lo specchietto. E così, chiede dei soldi in contanti per il pagamento del danno procurato. Ma come si simula l’incidente: vengono lanciate palline di plastica o gomma o piccoli sassi sulla fiancata dell’auto della vittima. Viene così generato un rumore che può essere facilmente confuso con l’impatto.
E qui scatta la richiesta di denaro, vista l’entità minima del danno. Si gioca molto sulla voglia del malcapitato di non rimanere invischiato in questioni amministrative e burocratiche con le assicurazioni. Così facendo, si possono ottenere 20 o 50 euro. Ma anche di più. E la truffa è servita.
Proprio nel caso di cui abbiamo parlato prima, i militari hanno poi sequestrato il mezzo utilizzato per la truffa, al cui interno hanno rinvenuto degli oggetti ritenuti quelli utilizzati per simulare l’urto e la conseguente falsa rottura dello specchietto retrovisore esterno, anche questi posti sotto sequestro, come pure una somma di denaro contante ritenuta provento di attività illecite.