La Ducati è un’azienda a dir poco storica ed incredibilmente unica. La sua storia parte da lontano, e proprio non pochi anni fa un suo modello in particolare cambiò per sempre il mondo delle due ruote.
Ducati 750 SS, un capolavoro vero e proprio che ha ridisegnato la storia della Ducati e del motociclismo in generale. In particolar modo la prima serie, prodotta nel 1973 e nel 1974 in soli 450 esemplari, che rappresentano le repliche stradali dell’esemplare che conquistò il primo ed il secondo posto alla 200 miglia di Imola del 1972.
Eroi di quell’evento, Paul Smart e Bruno Spaggiari. Un 1-2 che, sotto tutti i punti di vista, rese questa moto fra le più ambite al mondo e diede alla casa costruttrice di Borgo Panigale la concreta possibilità di contrastare la mai banale e sempre agguerritissima concorrenza giapponese. Cerchiamo di comprendere quindi l’importanza, anche fuori dalla pista, di questa moto e le sue più incredibili caratteristiche.
Ducati 750SS, un mito italiano: la sua storia
Durante la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, la Ducati era un’azienda che aveva il chiaro intento di mettere in difficoltà e sfidare sul mercato ed in pista i maggiori costruttori motociclistici mondiali. E ci riuscì, grazie al capo progettista della Ducati dell’epoca, Fabio Taglioni, che trasformò la scuderia in maniera indelebile grazie al suo incredibile design ed alle sue geniali idee.
Quest’ultimo, realizzò insieme ai suoi collaboratori un motore che fu destinato a competere con altre Superbike di successo come MV Agusta, Yamaha, Triumph, Suzuki e molte altre. E infatti, alla 200 Miglia di Imola Paul Smart e Bruno Spaggiari ottennero un dominio su tutti i fronti. La Ducati 750SS, in seguito, venne omologata su strada e fu venduta in soli 401 esemplari nel 1974.
Ducati 750SS, le caratteristiche di un’icona a due ruote
Al momento del suo debutto sul mercato, era la moto più rara e ricercata in assoluto. E peraltro, dotata di prestazioni straordinarie. Non c’era un’area di sviluppo che potesse deludere anche il più critico motociclista dell’epoca. I freni, così come i componenti da corsa ed il motore, furono elaborati dalla stessa Ducati. Il propulsore derivava dalla Ducati GT750.
Si tratta dell’unico a montare testate desmodromiche. Il telaio derivava dalla 750SS, ed il serbatoio aveva una capienza pari a 20 litri. Quest’ultimo rispecchiava fedelmente, insieme alla semicarena, la linea della storica moto vincitrice a Imola. La livrea era azzurra e perfettamente abbinata all’argento. Tornando alla produzione della moto, ne sono state prodotte 1.210 in tre serie diverse.
La seconda, realizzata in 250 esemplari tra il ’75 ed il ’76, era verniciata di grigio con una fascia blu scuro che si estendeva su cupolino, serbatoio e codino. L’ultima serie, invece, era suddivisa in 510 esemplari che furono prodotti fino al 1977. Motore e colorazioni sono uguali alla versione precedente.
Cambia la forma del serbatoio, il fanale posteriore e le pedane in gomma anti-vibrazione. Forma dei carter e colorazione sono uguali alla serie precedente. Cambia la forma del serbatoio, non più rastremata della parte posteriore, il fanale posteriore e le pedane in gomma anti-vibrazione.