C’è stato un tempo in cui era l’Italia la regina delle moto. Oggi vi portiamo alla scoperta di un mito romagnolo
Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki, per favore, un passo indietro. Eh già. Perché c’è stato un tempo in cui era l’Italia la regina delle moto. Il nostro Paese produceva le due ruote più veloci e costose del mondo. Altro che made in Japan! La gloria è un nome: Bimota. La conoscete? Venite con noi alla sua scoperta.
La Bimota è una casa motociclistica italiana con sede a Rimini, nata nel 1966. Dopo alterne vicende societarie, dal 2013 l’azienda diviene di proprietà elvetica, mantenendo la produzione in Italia. Nel 2019 Kawasaki Heavy Industries acquisisce il 49,9% della società. Ma per un lungo periodo, l’azienda è stata puramente italiana: il nome è l’acronimo delle prime due lettere dei tre cognomi dei soci fondatori Bianchi, Morri e Tamburini.
Nei primi anni di vita dell’azienda, le moto Bimota erano offerte sia come kit sia come motociclette già interamente assemblate. La Bimota si fa riconoscere per le sue motociclette molto innovative. Soltanto all’inizio degli anni novanta verranno abbandonate le forniture in kit e la produzione si baserà esclusivamente su moto complete.
La Bimota ha avuto il merito di introdurre telai e carenature avanzati che sono stati poi abbinati a sospensioni e freni di fascia alta. Oggi vi parliamo di uno dei modelli maggiormente riusciti della casa motociclistica riminese. Un vero e proprio fiore all’occhiello: la Bimota SB3.
Deteneva il record di velocità massima per le motociclette di serie, sfiorando i 240 chilometri orari. La SB3 era anche una delle motociclette più costose del suo tempo e, con appena 402 esemplari prodotti in totale, era estremamente rara.
L’SB3 ha seguito la tradizione Bimota di incorporare un motore giapponese avanzato con telaio, sospensioni e tecnologia di frenata italiani avanzati. La potenza è fornita dal motore a quattro cilindri trasversale Suzuki a doppia camma in testa raffreddato ad aria della Suzuki GS1000, che produce 87 CV a 8.200 giri / min e 62 piedi libbre di coppia a 6.500 giri / min.
L’SB3 1000 ha sostituito l’SB2 750, ma ha anche adottato un look più convenzionale, privo di quelle ‘soluzioni’ audaci che tanto marcavano il modello precedente. La Bimota SB3 ha un telaio a traliccio tubolare in acciaio realizzato in lega di acciaio al cromo, ha una carenatura aerodinamica su misura e il suo telaio utilizza il motore Suzuki GS1000 come elemento sollecitato per una maggiore rigidità. La Bimota SB3 punta la bilancia a poco più di 200 chilogrammi a secco.
La sospensione anteriore è composta da una coppia di forcelle Marzocchi da 38 mm e nella parte posteriore c’è una disposizione personalizzata del monoammortizzatore che era molto in anticipo sui tempi.
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