L’aumento del prezzo dei carburanti prosegue in modo praticamente ininterrotto ormai da mesi. La situazione sta diventando insostenibile non solo per i consumatori, ma anche per chi fornisce il servizio. Proprio per questo si fa strada la possibilità di uno sciopero che potrebbe durare alcuni giorni.
Fare rifornimento alla propria vettura è certamente fondamentale, ma per molti questa operazione si sta rivelando un vero e proprio salasso. Nonostante gli appelli ripetuti da parte delle associazioni che operano in tutela dei consumatori, ormai da mesi il costo non accenna a diminuire, anzi gli aumenti preseguono in modo costante e incontrollato. La situazione attualmente in corso in Ucraina sta avendo ripercussioni anche su questo ambito con buona pace degli automobilisti.
A farne le spese, però, non sono solo i consumatori, ma anche gli addetti ai lavori. Chi pensa infatti che il rialzo del costo del carburante significhi per loro ricavi maggiori deve però ricredersi. Proprio per questo si fa strada la possibilità di un’astensione dal servizio per i distibutori di metano, tra quelli che stanno patendo maggiormente in questo periodo.
Sciopero distributori metano: gli addetti ai lavori minacciano la serrata
I distributori di metano si trovano in una situazione che non ha precedenti e hanno così rivolto più volte al governo un grido di aiuto con la speranza di poter ricevere un sostegno concreto. A muoversi in loro rappresentanza sono le associazioni di categoria Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano
Le loro richieste sono chiare: servono interventi che possano portare a una diminuzione dei prezzi di vendita al pubblico del metano per autotrazione. La possibilità di arrivare in tempi rapidi a unos sciopero è più che concreta. “Nel caso in cui nel prossimo provvedimento utile dovessero essere nuovamente ignorate le istanze presentate, il settore andrà in sciopero il 4, 5 e 6 maggio 2022″ – hanno scritto nella loro istanza.
La nota che è stata diffusa presenta anche una serie di proposte concrete. Si punta innanzitutto a “una riduzione dell’Iva dal 22% al 5%, già accordata per gli usi civili e industriali, cui si aggiunge l’estensione del credito d’imposta per gli autotrasportatori anche al Cng”. Arrivare a una soluzione è quanto mai urgente anche per evitare che a farne le spese ancora di più di quanto sta accadendo ora possano essere tantissime famiglie.
La filiera del metano comprende infatti 20.000 addetti, oltre 1.500 punti vendita, 1.100.000 famiglie a basso-medio reddito, autotrasportatori e aziende di trasporto pubblico locale che hanno scelto il metano per la loro mobilità, oltre che un 30% di biometano già distribuito in rete per uso autotrazione. E gli interventi che hanno portato alla riduzione recente del costo della benzina non hanno fatto altro che aggravare ulteriormente il problema.