Esteriormente può somigliare alla più classica delle Porsche ovvero la 356 ma questa vettura è stata costruita da un marchio praticamente dimenticato. Ecco la sua storia e i motivi per cui è importante.
Il Gruppo Borgward è stato decisamente importante nella storia dell’automobilismo tedesco dagli anni venti fino alla sua triste dissoluzione, avvenuta progressivamente ed in sordina all’inizio degli anni sessanta. Certo, questo nome potrebbe non dire nulla agli appassionati di auto più moderne che magari conosco meglio case come Porsche, Audi e Mercedes-Benz.
Anche il nome Goliath potrebbe farvi alzare un sopracciglio dubbiosi, eppure questo marchio parte del cartello Borgward è stato decisamente importante nella storia dell’auto tedesca, specie nell’immediato dopo guerra quando l’industria della Germania Ovest cercava di rialzarsi mentre ad Est del muro di Berlino si producevano soltanto Trabant e Warthburg.
Goliath si creò una certa fama come produttore di furgoni e veicoli industriali leggeri tra cui il curioso Goli a tre ruote a cui dedicheremo sicuramente dello spazio in futuro ma contro tutte le previsioni, il marchio introdusse anche un’importante variazione di stile nel campo delle automobili civili. Lo fece negli anni cinquanta con un’auto che ricorda in modo sospetto una rivale del tempo.
L’auto in questione arrivò al Salone di Ginevra nel 1950 e sorprese tutti, diventando la prima auto dopo la Hans 1500 uscita poco tempo prima ad utilizzare la composizione Ponton per la carrozzeria. Essenzialmente, questa caratteristica stilistica va a sviluppare l’auto su tre volumi con una fiancata liscia che abbandona i parafanghi e paraurti separati dal corpo dell’auto tipici del preguerra. Questa scelta si rivelò una vera rivoluzione.
Una delle auto che avrebbe presto adottato questa configurazione stilistica, per dirne una, è la Lancia Aurelia B20, leggendaria vettura italiana. La Goliath GP 700, così venne chiamata l’auto, era disponibile in due configurazioni, una berlina a tre volumi ed una interessantissima coupé sportiva che con un motore da soli 32 cavalli riusciva tranquillamente a superare i 100 chilometri orari.
Ben presto, il marchio introdusse una versione potenziata della coupé portando la velocità massima a 125 chilometri orari e aumentando la potenza a circa 50 cavalli. Sfortunatamente, nonostante le interessanti caratteristiche che in parte troviamo anche sulla leggendaria Porsche 356, il marchio Goliath non potè salvarsi dalla crisi del suo gruppo di appartenenza che avrebbe chiuso le attività nel 1961 per non riprendere mai la produzione di auto.
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