La crisi che stiamo vivendo ha già messo in difficoltà gli automobilisti che guidano auto a benzina, ancora una larga parte di quelli italiani. Adesso pure il diesel rischia di sparire dal nostro paese?
Dopo due anni da incubo caratterizzati da limitazioni, quarantena e chi più ne ha più ne metta a causa di una pandemia letale, eccoci ripiombare ancora una volta in un brutto sogno da cui sembra impossibile svegliarsi. La crisi in Ucraina continua a far sentire i suoi drammatici effetti nel paese che sta subendo catastrofiche distruzioni e che conta ogni giorno centinaia di morti.
In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, non ci si può aspettare che il problema di un singolo paese rimanga circoscritto a tale territorio: anche chi – sinceramente non sappiamo in che modo – si sta disinteressando al disastro ucraino sta per affrontare gravi conseguenze dirette della crisi che riguardano l’approvvigionamento di beni fondamentale, carburante in primis.
Nonostante l’intervento del Governo Draghi volto a fermare il caro benzina che rischiava seriamente di battere il poco ambito record raggiunto durante la crisi degli anni ottanta, rimane ancora un problema molto grave da risolvere che ci attende dietro l’angolo. La scarsità di risorse dovuta alle sanzioni.
Andiamo a piedi
Le sanzioni imposte alla russa pur non avendo ancora ufficialmente troncato del tutto le importazioni di gas e petrolio, cosa che paralizzerebbe la nostra economia senza opportuni accordi commerciali con altri paesi, hanno sensibilmente ridotto il volume di barili di petrolio che vengono acquistati dal paese in guerra.
E’ stato Russel Hardy che presiede la società petrolifera Vitol a lanciare un allarme che dovrebbe far suonare campanelli d’allarme in tutta Europa, Bel Paese compreso: “Metà del gasolio viene importato dalla Russia, così come i semilavorati necessari per raffinare il diesel”, dicono dalla Vitol. Questo come potete immaginare da soli è un enorme problema che rischia di lasciare a secco migliaia di automezzi.
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A questo punto, secondo gli esperti, possono succedere due cose: o le raffinerie si concentreranno particolarmente sulla produzione di diesel cercando metodi alternativi – e questo farebbe crescere il prezzo del carburante – o potremmo rischiare di dover razionare il diesel fino a rimanere praticamente senza. Entrambe ipotesi ben poco attraenti per gli automobilisti…