Autobianchi, un marchio ben noto in Italia che non opera più dal 1995 dopo aver costruito tante famose vetture, inclusa la A112. Pochi ricordano questa bella coupé che ha fatto da base per una nota cabriolet.
Ci sono tanti marchi italiani che non operano più e che ricordiamo senz’altro con nostalgia. Case come Isotta Fraschini, Innocenti ed Autobianchi hanno segnato per vari motivi ed in vari momenti la storia del nostro paese, nel mondo dell’automobilismo. In particolar modo, l’ultimo di questi marchi ha prodotto tante belle utilitarie ben note a chi è cresciuto negli anni 60 e 70.
Tra le auto più famose del marchio Autobianchi, soppresso nel 1995 quando faceva parte del Gruppo Fiat, dopo quarant’anni di storia, troviamo proprio due utilitarie: la briosa A112 e la piccola Y10, da non confondere con la Lancia Ypsilon. Eppure, come spesso succede in questi casi, anche Autobianchi ha fatto un tentativo di produrre una sportiva che però non è andato proprio a buon fine.
La vettura in questione, una elegante coupé che riuscì ad anticipare la linea a cuneo caratteristica degli anni settanta, venne disegnata dal Centro Stile della Fiat, precisamente dalla mano di Pio Manzu che riuscì a creare una convincente sportiva pronta ad entrare di prepotenza nel settore delle coupé. Ma poi, tutto venne bloccato all’improvviso.
Progettata per montare un buon motore a quattro cilindri, la Autobianchi Studio Coupé – nome semplice ma appropriato – nacque nel 1968 e venne presentata come una pietra miliare che indirizzasse il design delle successive sportive Fiat. Non a caso, anche se non venne mai prodotta in serie, la vettura finì per fungere da fondamentale banco di prova per una nota vettura del marchio.
La vettura era stata studiata per offrire la minor resistenza possibile all’aria, eliminando qualsiasi elemento perpendicolare dalla carrozzeria. Da qui, i fari a scomparsa e la linea pulita e spigolosa, capace di fendere l’aria come una punta di lancia. Le prestazioni purtroppo non sono pervenute perché il prototipo, pur se esposto, non montava ancora il motore che avrebbe dovuto contenere né lo avrebbe mai ricevuto in seguito.
Il progetto venne infatti fermato sul nascere come è successo con tante altre auto analoghe rimaste allo stadio di prototipo, ad esempio la Ford Maya, concettualmente molto simile. La Coupè sarebbe stata inglobata nel progetto Fiat X1/9: la nota vettura targa esportata pure negli Stati Uniti infatti nacque proprio grazie al prototipo di Autobianchi. Un puro esercizio stilistico insomma che però non è stato fine a se stesso.
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