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Come risolvere il problema dell’aumento dei carburanti | La soluzione potrebbe essere lunga

La crisi del prezzo della benzina dovuta al conflitto in Ucraina mette a nudo una verità scomoda: la transizione all’elettrico è più lenta del previsto. O è soltanto una bufala? Vediamo qualche dato a riguardo.

Sono ormai anni che le parole “transizione energetica” risuonano nella testa degli automobilisti di tutto il mondo, Europa in primis. All’improvviso però, con la benzina che supera i 2 Euro al litro a causa di una guerra che si combatte praticamente nel giardino di casa nostra, passateci la metafora, siamo costretti a fare i conti col fatto che forse questa transizione non sta avvenendo abbastanza velocemente.

Una Tesla Model S lanciata in corsa (Tesla.com)

Ci vorrebbe ben più di un singolo articolo per approfondire la questione della transizione all’elettrico: oggi, ci limiteremo soltanto a consultare qualche dato per capire com’è la situazione nel Vecchio Continente e perché non possiamo fare a meno del petrolio nemmeno in questo delicato momento storico, se non vogliamo tornare a spostarci con carri, bighe e cavalli come si faceva secoli fa.

Tra il 2019 ed il 2021, le automobili elettriche hanno iniziato a costituire un’importante porzione di tutti i veicoli privati circolanti in Europa con il picco raggiunto proprio nel 2019: quell’anno, oltre il 38% delle nuove auto immatricolate sono risultate ibride, plug in o elettriche pure. Un dato incoraggiante che però non basta a tracciare il punto della situazione.

E i trasporti pubblici?

Nonostante ci siano paesi come l’Inghilterra che hanno sperimentato metodi anche creativi per rendere Green anche i trasporti pubblici, autobus e compagnia bella continuano ad essere l’anello debole della transizione ecologica nonché una fetta di veicoli fondamentali per qualsiasi nazione europea che necessitano costantemente di combustibile fossile.

La ricarica di un’auto elettrica (Smart City)

Una stima riportata sul Corriere della Sera ci dice che i trasporti pubblici producono il 25% dei gas serra rilasciati dai veicoli circolanti ad oggi: ribaltando questo dato, ci rendiamo conto del peso che le importazioni di petrolio dall’est Europa hanno sulla mobilità pubblica: quindi no, non supereremo la crisi ucraina soltanto con le auto elettriche: questo rincaro prezzi improvviso portato dal conflitto ci ha colpito in un momento di scarsa preparazione, come continente.

Volendo guardare in casa nostra, sempre i dati a nostra disposizione ci dicono che solo il 4,6% delle vetture immatricolate l’anno scorso sono elettriche. Siamo ancora ben lontani dall’indipendenza dal petrolio straniero, insomma e per il momento, non possiamo fare molto per rimpiazzarlo. La crisi ucraina insomma al massimo può costituire un incentivo per accelerare la transizione verso i mezzi elettrici. Ma non sarà un impresa facile.

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Manfredi Falcetta

Appassionato di auto e moto, mi piace immergermi nell’universo dei motori, scoprendo le ultime innovazioni tecnologiche e seguendo le competizioni più emozionanti. La scrittura e la lettura, invece, sono le mie oasi di tranquillità, dove mi perdo tra le pagine di libri avvincenti e mi esprimo liberamente attraverso le parole.

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