Minivan? Sembra più un maxi-van! Questo smisurato progetto italo-tedesco non ha mai “mollato gli ormeggi” ma siamo sicuri che se fosse stato prodotto in serie, il parcheggio sarebbe diventato un enorme problema.
Nella storia delle concept car poche vetture impressionano come il cosiddetto Project Columbus, passato al secolo con il marchio della casa bavarese BMW, coinvolta nella creazione di uno dei “minivan” più grandi che siano mai stati inventati nonché uno dei più sgraziati: roba che in conforto la Pontiac Aztek sembra quasi proporzionata!
Il paragone con una nave non è casuale: fu la stessa Italdesign, casa di progettisti dietro l’ideazione del veicolo, a spiegare che la nascita del Columbus festeggiava il 500esimo anniversario dalla scoperta dell’America rappresentando: “Una nave pronta a salpare sulla terra ferma”. Notare anche la bandierina con il nome di Cristoforo Colombo sulla fiancata della vettura.
Con una lunghezza di poco meno di sei metri che lo avrebbe probabilmente reso il minivan più grande non soltanto all’epoca ma in assoluto, il Columbus ha anche qualche elemento stilistico che lo lega al mondo della navigazione. Basta guardare gli interni marroni, dipinti come se fossero il legno della plancia di una nave, o la buffa gobba anteriore che ci ricorda un po’ la fronte di un capodoglio…
Magari il mezzo non avrebbe mai potuto salpare per i sette mari con una ciurma a bordo ma poteva sicuramente trasportare una famiglia molto, molto numerosa: a bordo trovavano posto sette sedili removibili, così da poter trasformare all’occorrenza il Columbus in un furgone da trasporto. “E’ il mezzo ideale per le strade statunitensi”, dicevano in merito alla Italdesign.
Il mezzo, fornito di trazione integrale e televisori per i passeggeri – non sia mai che la traversata oceanica diventasse noiosa – venne equipaggiato con uno dei pochi motori che poteva smuovere la sua titanica massa: un motore V12 da 5.000 cc costruito dalla BMW. Per questo motivo, se cercate su google, troverete spesso il mezzo indicato come BMW Columbus anche se la casa tedesca fu coinvolta solo parzialmente nel progetto.
Ad oggi, sappiamo che un mezzo simile in città avrebbe vita breve, specie da noi dove il traffico è un’incombenza mostruosa, per non parlare del consumo di benzina. Negli Stati Uniti del 1992 però il mezzo avrebbe potuto forse trovare una ragione di essere se soltanto la produzione avesse superato lo stadio di prototipo. Ci dispiace, Colombo, sarà per la prossima navigazione.
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