La Guerra in Ucraina non è un evento isolato ma un compelsso problema che si ripercuote su tutta Europa, Italia inclusa. Ecco cosa sta succedendo al prezzo della benzina e quanto potrebbe salire ancora.
In un mondo globalizzato come il nostro, qualsiasi tipo di catastrofe si ripercuote inevitabilmente sul resto dei paesi del globo. Prendiamo la tragedia umanitaria che si è abbattuta in Ucraina negli ultimi dieci giorni: come vi avevamo accennato già prima che accadesse, i prezzi di benzina e gas continuano a salire a causa delle sanzioni contro la Russia, paese che importa in gran quantità queste materie prime nel resto dell’Europa.
La settimana è iniziata in mondo orribile per gli automobilisti italiani che si sono visti presentare un conto da capogiro per fare il pieno di benzina al distributore: ben due Euro al litro per la benzina con picchi di 2,20 Euro per il diesel, un rincaro prezzi che è lo specchio della tremenda situazione ucraina. Le trattative diplomatiche con Putin non hanno ancora sbloccato nulla.
La Russia del presidente Vladimir Putin non ha mollato il colpo nemmeno durante il terzo round i di colloqui per trovare una tregua e continua a chiedere che la Crimea ed il Donbass si stacchino dall’Ucraina che comprensibilmente non vuole perdere dei territori che fanno parte del paese. La situazione insomma sembra ben lontana da una risoluzione, inUcraina si continua a morire giorno dopo giorno e l’economia mondiale rischia una crisi mai vista prima.
La domanda che tutti gli automobilisti ed i lavoratori già provati da due anni di lockdown, stipendi ridotti e rischi di licenziamento si stanno facendo in questo momento è, quanto potrebbe salire ancora il prezzo della benzina se la situazione corrente in Ucraina non dovesse essere risolta per via diplomatica come tutti quanti ci auguriamo da giorni?
Secondo le analisi del MISE che ha provato a tracciare una stima della crescita dei prezzi della benzina, un singolo barile di greggio potrebbe arrivare a costare anche 150 Euro se la situazione attuale dovesse permanere. Questo significa che dobbiamo mettere incontro un aumento minimo di altri 5 centesimi al distributore nel corso del prossimo mese, cifre decisamente pericolose per i ceti meno abbienti.
Per il momento inoltre, le sanzioni contro la Russia non hanno ancora bloccato definitivamente le importazioni di gas e petrolio in Europa ma non possiamo escludere che con la guerra che diventa più cruenta ogni giorno le limitazioni al commercio con la federazione diventino ancora più severe, causando un disastro per l’economia russa e grossi problemi per quella europea.
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