E’ stata una delle utilitarie più chiacchierate in Europa ma perfino negli USA: la piccola Yugo rappresenta un tentativo interessante di una nazione ormai scomparsa di inserirsi nel settore dell’auto.
Se pensiamo alla Yugoslavia al giorno d’oggi, purtroppo, la prima cosa che ci viene in mente è la tremenda guerra che ha insanguinato il paese, un conflitto caratterizzato da odi razziali, pulizie etniche e nazioni in cerca di indipendenza. In realtà però, il paese balcanico ormai dissolto prima del tremendo conflitto ha portato anche qualcosa di più pacifico nella cultura pop dell’occidente: una piccola utilitaria.
L’industria automobilistica dell’est Europa nel periodo della Guerra Fredda è stata a lungo vituperata dalla stampa, non soltanto per motivi politici: va infatti detto che molte nazioni come la stessa Unione Sovietica mancarono un po’ di fantasia, ispirandosi spesso alle auto occidentali e realizzando copie a volte ben fatte e a volte meno di vetture molto famose in Europa.
La Zastava Yugo, conosciuta colloquialmente come Yugo 45 o GV anche se in realtà queste sono le denominazioni di due varianti del modello base, incarna proprio questa tendenza: pensate che l’auto nacque dal telaio di quella che doveva essere l’erede della Fiat 127 ma che il gruppo torinese ritenne obsoleto. In pratica, la Yugo nasce da uno “scarto” della Fiat, non proprio il migliore degli inizi…
Fondamentalmente, la Yugo era una piccola utilitaria senza pretese, pesante meno di una tonnellata ed equipaggiata con motori e componenti prodotti localmente, spesso ispirati a prodotti Fiat non proprio modernissimi. L’automobile, costruita in oltre 790.000 unità dal 1981 al 2000 in un’infinità di varianti – compresa la sportiva GNV ed una versione decappottabile – è senz’altro la vettura più diffusa mai prodotta nei Balcani. L’auto arrivò pure in Italia come Innocenti Koral e perfino negli Stati Uniti, un mercato tradizionalmente ostico per le utilitarie. E qui arrivano i guai.
La povera Yugo divenne rapidamente lo zimbello della stampa europea e americana: la vettura offriva semplicemente troppo poco per gli standard occidentali. La dotazione era scarna e l’auto nonostante un prezzo bassissimo che la rendeva la migliore scelta per i ceti meno abbienti arrivava spesso a costare parecchio ai proprietari a causa dei suoi pesanti problemi di affidabilità.
Come spesso succede per auto come questa però, la Yugo si ritaglio un posto nel cuore di migliaia di appassionati anche grazie alle sue numerose apparizioni in media occidentali, incluso un film con Bruce Willis. All’alba del conflitto in Yugoslavia, le importazioni dell’auto cessarono ma la Zastava continuò a produrla senza sosta fino all’alba del 2000, annoia cui la Yugo era probabilmente l’auto di concezione più vecchia costruita in un paese europeo.
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