Alla orribile tragedia umanitaria che ha colpito l’Ucraina fa da contorno un altro disastro di natura economica che andrà inevitabilmente a gravare sulle tasche dei cittadini comuni come noi.
Come diceva il fondatore di Emergency Gino Strada “Le guerre vengono scatenate dai ricchi ma a pagarle sono sempre i poveri“. Una frase che non ha bisogno di interpretazioni nel momento storico che stiamo vivendo. Mentre un intero paese europeo conta i morti, i feriti ed i dispersi e vive una distruzione senza precedenti nella storia del 2000, dall’altra parte del Vecchio Continente altri paesi fanno i conti con un disastro economico.
Se le perdite economiche non sono sicuramente paragonabili a quello che i civili ucraini stanno attraversando in queste ore drammatiche, non si può ignorare il fatto che dopo due anni di pandemia caratterizzati da tremendi tracolli economici che a molte persone sono costati pure il posto di lavoro, un rincaro prezzi come quello che sta colpendo l’Europa potrebbe tramutarsi a sua volta in un disastro che ha pochi precedenti.
Le analisi dei maggiori economisti sono concordi nell’affermare che il prezzo del petrolio per barile non era così alto dal 2014, anno in cui scoppiò la prima crisi in Ucraina che non sfociò in un conflitto aperto ma portò comunque a sanguinosi scontri di confine tra le forze locali ed i separatisti russi.
Oltre cento Dollari al barile
I dati parlano da soli: il prezzo della benzina è salito di 5 centesimi al litro. Attualmente, un singolo barile di petrolio costa 105 Dollari, un prezzo che non avevamo raggiunto nemmeno in occasione della prima crisi del Donbass, secondo gli analisti europei. Nel giro di una settimana, la materia prima fondamentale per l’Europa ha visto un rincaro prezzi pari al 13%, cifre da tempi di guerra per l’appunto.
Per il momento, le sanzioni non impediscono ancora ai paesi dell’Unione Europea di comprare petrolio russo, nonostante “L’offerta si sia pesantemente inasprita”, come ha rivelato l’analista di Commerzbank Carsten Fritsch. Tuttavia, le parole del Presidente americano Joe Biden fanno pensare che ben presto, la situazione potrebbe degenerare ulteriormente.
“Ci stiamo coordinando con gli altri paesi fornitori per far fronte alla crisi”, garantisce la Casa Bianca ma Fritsch non è così ottimista e ritiene che: “Compensare le importazioni russe? Si può fare solo in modo limitato“. Attualmente, la Russia è responsabile del 26,9% delle importazioni di petrolio greggio negli stati dell’Unione Europea.
Una catastrofe economica imminente che potrebbe abbattersi su un continente già provato doveva povertà non fa che aumentare dopo due anni così complicati. Tutto questo mentre in Ucraina si continua a combattere e morire ora dopo ora: speriamo che la diplomazia riesca a chiudere questo sanguinoso capitolo della storia moderna il prima possibile.
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