Si potrebbe dedicare un libro a tutti gli sfortunati marchi italiani che hanno prodotto automobili sportive o lussuose prima di scomparire. Uno dei meno noti del mondo è la Bizzarrini di Livorno.
Isotta Fraschini, De Tomaso, Iso. Sono solo tre dei marchi italiani che hanno prodotto nel corso del 900 straordinarie automobili da corsa, sportive o semplicemente destinate ai più facoltosi clienti in cerca di nuovi brividi prima di scomparire nel nulla. E in nessuno di questi casi sono valsi a molto i tentativi di riportare in auge tali marchi che non hanno mai davvero ritrovato la gloria di un tempo.
La casa nasce da Giotto Bizzarrini, meccanico e progettista che guarda caso aveva già lavorato per un’altrettanto sfortunata casa ossia Iso Rivolta oltre ad aver collezionato pure un’esperienza importante presso i laboratori dell’Alfa Romeo. Era il 1964 quando l’uomo decise di mettersi in proprio, fondando una casa che avrebbe portato il suo nome subito battezzata “Prototipi Bizzarrini”.
Inizialmente, come altri marchi moderni hanno fatto, Bizzarrini decise di rimanere legato alle tradizioni ed una delle sue prime automobili a vedere la luce altro non fu che la Iso Rivolta A3C, una versione sportiva della famosa vettura che appariva più adatta alla pista che a circolare in città. Ben presto, la casa fondata a Livorno iniziò ad espandersi fino a produrre le sue prime auto originali.
La prima vettura prodotta ex novo dal marchio fu la Bizzarrini 5300 Strada GT, una bellissima due posti vagamente simile a qualche Ferrari dell’epoca che suscitò un certo interesse alla sua uscita, nel 1965. La performante ed elegante vettura venne prodotta per qualche anno fino a raggiungere una tiratura di appena 133 esemplari, comunque un buon risultato per un marchio neonato e specializzato in auto di lusso.
Nel 1966, arriva quella che potrebbe essere la svolta per una piccola realtà come quella livornese: una collaborazione con il colosso General Motors che offre alla casa il motore della Opel Rekord, da montare su quella che diventerà poi la Bizzarrini GT Europa, una grintosa coupé sportiva. Alla fine però per qualche divergenza del caso le due marche presero strade diverse e la produzione della Europa non superò i 17 esemplari, non conoscendo mai la costruzione in serie.
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Nel 1969 dopo un fallito tentativo di iscrivere una nuova vettura alla 24 Ore Le Mans, Bizzarrini finì per chiudere i battenti. Il marchio non è ufficialmente fallito ed è passato di mano diverse volte: negli anni, abbiamo visto vari prototipi mai prodotti in serie come la Manta e la Kjara, tutti con il marchio livornese sul muso. Nessuno però ha mai davvero preso le redini della casa per riportarla all’antico splendore, durato appena cinque anni. Vedremo mai un vero revival della casa?
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